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18/07/2014

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Industria e imprenditoria

Introduzione

Introduzione

Cara Amica, caro Amico,

come è ormai consuetudine, ripetendo l'iniziativa dell'anno scorso, ti presento il bilancio delle attività svolte nel 2011 a sostegno della competitività dell'industria europea.

E' passato poco più di anno dall'adozione della Comunicazione sulla nuova politica industriale ma, nel frattempo, il quadro economico, finanziario e politico è profondamente mutato. Sotto la pressione della crisi e dei mercati, l'Unione ha imboccato un cammino impervio che si sta traducendo in una stagione di riforme, urgenti e necessarie, per superare le sfide che ci hanno messo a dura prova.

L'imperativo, oggi più che mai, è tornare all'economia reale, rimettendo al centro dell'agenda politica l'Industria e le Piccole e Medie Imprese, vero motore della crescita e dell'occupazione. Come sottolineano le conclusioni dell'ultimo Consiglio europeo informale, le 23 milioni di PMI europee "sono la spina dorsale del successo economico europeo e forniscono un numero considerevole di posti di lavoro".

Nel corso del 2011 la mia attività si è concentrata sull'implementazione della politica industriale che, in particolar modo per quanto riguarda le piccole e medie imprese, oggi, trova conferma e pieno sostegno nelle priorità espresse dai leader UE.

Il "semestre europeo", inoltre, ha riconosciuto la centralità del pilastro "microeconomico", per il quale mi sto adoperando con determinazione e che, troppo a lungo, era rimasto confinato ai margini delle discussioni e delle priorità. Le riforme strutturali abbisognano di questa "pietra angolare" microeconomica, basata sull'innovazione industriale, sull'accesso al credito, sui progetti infrastrutturali e sull'efficienza delle risorse.

La Commissione sta già agendo efficacemente in tal senso, promuovendo uno Stato sociale più sostenibile, eliminando le inefficienze e l'eccessiva burocrazia che grava sulle imprese. L'obiettivo è liberare risorse preziose da destinare alle vere priorità: ricerca applicata, innovazione nelle tecnologie chiave abilitanti (KETs),  green economy, coinvolgendo l'intera catena del valore.

Per questo con "Orizzonte 2020" abbiamo allocato 80 miliardi di euro alla ricerca applicata e all'innovazione industriale, e con il nuovo programma COSME abbiamo proposto di raddoppiare i fondi per la competitività delle PMI.

GMES e Galileo faranno da ulteriore traino all'innovazione. Stimiamo che Galileo, grazie ai servizi derivanti dalle sue applicazioni, avrà ricadute sull'economia europea stimate in 90 miliardi di euro. Questo progetto ha ritrovato nuovo slancio grazie ad un'azione decisa per il contenimento dei costi e l'accelerazione della fase di dispiegamento.  La messa in orbita lo scorso ottobre, dei primi due satelliti operativi dalla base ESA di Kourou (Guyana francese) ne rappresenta la prova concreta. I risparmi ottenuti e l'azione decisa della Commissione sull'industria a favore di una maggiore concorrenza, ci hanno permesso di comprare 8 nuovi satelliti. Questi ultimi contratti sono stati firmati il 2 Febbraio a Londra e porteranno a 26 il numero totale di satelliti acquistati nell'ambito delle attuali prospettive finanziarie.

Una forte spinta innovativa risiede, inoltre, nella politica di standardizzazione di cui, a giugno, ho presentato l'aggiornamento del relativo sistema europeo. Oltre ad aprire l'accesso a nuovi mercati, una solida politica della standardizzazione produce un forte stimolo per l'innovazione, con vantaggi per i consumatori e un uso più efficiente delle risorse. Così come l'accesso strategico alle materie prime, dove lavoriamo al perfezionamento di una strategia europea che, anche attraverso l'innovazione e piani di sostituzione, allenti la nostra dipendenza da altre economie ricche di risorse.

E' mia intenzione fare in modo che le imprese si approprino sempre più dei vantaggi di cui possono beneficiare grazie al Mercato Interno. Si tratta di conquiste che il meccanismo di controllo delle norme tecniche, istituito con la direttiva 98/34/CE, contribuisce a garantire: su 676 notifiche ricevute nel 2011, in ben 184 casi la Commissione ha espresso commenti sulla loro compatibilità con il diritto europeo.

Se i cosiddetti "spread", vera ossessione degli ultimi mesi, sono il termometro della fiducia nella nostra capacità di ripagare i debiti, non meno preoccupanti sono i segnali legati alle condizioni di credito per le imprese: conditio sine qua non per una nuova politica industriale basata sull'innovazione.

Dall'inizio del mio mandato, ho promosso un Forum sull'accesso al credito delle PMI nell’intento di migliorare l'accesso ai capitali. A dicembre ho presentato un apposito piano d'azione che prevede un "passaporto europeo" per i venture capital. Sullo stesso fronte, ho scritto a tutti i ministri europei dell'Industria, invitandoli ad accelerare la trasposizione della Direttiva sui Ritardi di pagamento.

Migliorare il contesto imprenditoriale per le PMI rappresenta una priorità assoluta. Una prima risposta è l'aggiornamento dello Small Buisness Act che ho presentato a febbraio dello scorso anno, seguito, a novembre, dalla prima strategia europea per l'internazionalizzazione delle PMI. Sono convinto che è anche sul successo delle nostre imprese fuori dai confini europei che si fonda il rilancio della nostra economia ed è giusto che la diplomazia economica europea giochi il suo ruolo in questa importante partita, supportando questo processo. Per questo durante il 2011 sono stato particolarmente attivo nei paesi del Sud del Mediterraneo e in America latina, dove ho organizzato per la prima volta una missione accompagnato da 30 imprenditori europei rappresentanti dei  diversi settori di cui sono responsabile.

Il turismo è, infine, un settore strategico su cui scommettere maggiormente per il rilancio di crescita e occupazione. Questo comparto ha resistito meglio di altri alla crisi, continuando ad assicurare posti di lavoro, in particolar modo per i giovani. Il processo d'implementazione di questa nuova politica europea è già in fase avanzata e, entro la fine di quest'anno, presenterò una proposta legislativa per il Marchio Europeo di Qualità (ETQ).

Oltre a un doveroso bilancio degli ultimi 12 mesi, questa lettera mi offre l'occasione di rinnovare il mio impegno a guidare e accelerare la transizione verso una "terza rivoluzione industriale", di cui l'Europa deve essere protagonista.

La nostra sfida è tornare a crescere e a creare buona occupazione. Questo è il solo modo per conservare quel modello di economia sociale di mercato di cui l'Europa deve essere orgogliosa.

Per far questo l'Europa deve vincere la sfida globale dotandosi di un comparto manifatturiero competitivo, innovativo e sostenibile, valorizzando il know-how e l'elevata qualità delle nostre produzioni.

Al Parlamento europeo, insieme alla Commissione, spetta un ruolo decisivo affinché questo processo non perda mai di vista le grandi sfide sociali – nuove generazioni e invecchiamento, sicurezza e migrazione, scarsità delle risorse e sostenibilità - che chiamano l'industria europea a fornire risposte concrete e soluzioni innovative.

E' su queste basi che intendo continuare a lavorare con voi nei prossimi mesi, restando all'ascolto delle vostre riflessioni, suggerimenti e proposte.

 

Antonio Tajani
Vicepresidente della Commissione europea

Ultimo aggiornamento: 18/07/2014 |  Inizio pagina