Statistics Explained

Archive:Occupazione - statistiche annuali


Dati estratti ad aprile 2020.

Prossimo aggiornamento della scheda: settembre 2021.


This Statistics Explained article has been archived on 10 June 2021, for updated data see Employment - annual statistics.


Highlights

Il più alto tasso di occupazione nell'UE-27 (per le persone di età compresa tra 20 e 64 anni) dal 2005 è stato registrato nel 2019 ed era pari al 73,1 %.
A livello dell'UE-27, il divario occupazionale di genere è diminuito dal 2005, ma il tasso di occupazione nel 2019 era ancora di 11,7 punti percentuali più elevato per gli uomini che per le donne.
Grafico interattivo 1 - Occupazione (totale, femminile, maschile, giovanile e dei lavoratori anziani), 2005-2019
(% della popolazione in età 20-64 anni)
Fonte: Eurostat

La presente scheda illustra le più recenti statistiche sull'occupazione nell'Unione europea (UE) in base all'indagine sulle forze di lavoro nell'UE. In via generale, le statistiche dell'occupazione evidenziano marcate differenze secondo il sesso, l'età e il livello di istruzione conseguito. Notevoli sono anche le disparità riscontrate tra i mercati del lavoro dei vari Stati membri dell'UE.

Va osservato che le cifre e i tassi indicati nei grafici interattivi e riportati nel testo della presente scheda possono talvolta differire per effetto di una continua revisione dei dati di origine: i grafici interattivi si riferiscono ai dati più recenti (come indicato nella banca dati di Eurostat alla sezione Employment and unemployment (Labour force survey) (in inglese, francese e tedesco), mentre il testo riguarda i dati estratti ad aprile 2020.

Full article

Tasso di occupazione più elevato mai registrato dal 2005

Nel 2019, il tasso di occupazione della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni nell'UE-27, quale risulta dall'indagine sulle forze di lavoro dell'UE, era del 73,1 %, la media annua più alta mai registrata per l'UE, che non rende però conto delle forti disparità tra i paesi (cfr. cartogramma 1 e grafico interattivo 1). La Svezia registra al momento il tasso di occupazione più elevato nell'UE, pari all'82,1 %. Un tasso altrettanto elevato si registra nei paesi dell'EFTA quali l'Islanda (85,9 %) e la Svizzera (82,9 %).

Cartogramma 1 - Tasso di occupazione della popolazione in età 20-64 anni, 2019
(%)
Fonte: Eurostat (lfsi_emp_a)

Nel 2010 il Consiglio europeo ha adottato la strategia Europa 2020 che è stata principalmente orientata a rafforzare l'economia dell'UE e a predisporre gli impegni in vista del decennio successivo. Uno dei principali obiettivi di tale strategia a livello dell'UE è l'innalzamento del tasso di occupazione della popolazione in età tra i 20 e i 64 anni fino perlomeno al 75 % entro il 2020.

Anche se l'UE-27, nel suo complesso, non aveva ancora raggiunto il suo obiettivo nel 2019, 17 Stati membri dell'UE avevano raggiunto o addirittura superato l'obiettivo della strategia Europa 2020. Detti paesi comprendono tre Stati membri nordici (Svezia, Danimarca e Finlandia), i tre Stati membri baltici (Estonia, Lituania e Lettonia), nonché Paesi Bassi, Germania, Cechia, Slovenia, Portogallo, Cipro, Ungheria, Malta, Irlanda, Austria e Bulgaria (cartogramma 1). Anche il Regno Unito, l'Islanda, la Svizzera e la Norvegia avevano tassi di occupazione superiori al 75 %. All'altro capo della scala, il tasso di occupazione era ben lontano dall'obiettivo dell'UE, ossia inferiore al 70 %, in Croazia, Italia, Spagna e Grecia, con quest'ultimo paese che registrava il tasso più basso tra gli Stati membri dell'UE (61,2 %). I paesi candidati Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia hanno registrato tassi di occupazione pari al 65 % o inferiori.

Grafico interattivo 1 - Occupazione (totale, femminile, maschile, giovanile e dei lavoratori anziani), 2005-2019
(% della popolazione in età 20-64 anni)
Fonte: Eurostat (lfsi_emp_a)



Nel periodo tra il 2005 e il 2019, il tasso di occupazione per la popolazione totale in età tra i 20 e i 64 anni è aumentato di 6,3 punti percentuali (p.p.) nell'UE-27, passando dal 66,8 % al 73,1 %. Tuttavia, negli ultimi anni, vari paesi presentavano situazioni del mercato del lavoro alquanto differenziate. Il tasso di occupazione è aumentato nel suddetto periodo in tutti i paesi ad eccezione della Grecia (-3,2 p.p.). Gli aumenti maggiori si osservano a Malta (19,8 p.p.: dal 57,4 % al 77,2 %) e in Polonia (14,7 p.p.: dal 58,3 % al 73,0 %).

Aumento del tasso di occupazione femminile nel tempo

Il tasso di occupazione degli uomini è stato superiore a quello delle donne nel 2019 per tutti i 27 Stati membri dell'UE. Lo stesso dicasi per l'intero periodo compreso tra il 2005 e il 2019, con due eccezioni che hanno riguardato la Lettonia nel 2010 e la Lituania nel 2009 e nel 2010. L'andamento del tasso di occupazione per gli uomini e per le donne durante il periodo dal 2005 al 2019 è stato tuttavia divergente (seconda e terza icona del grafico interattivo 1).

Dal 2005 il tasso di occupazione per le donne è cresciuto in tutta Europa, con un aumento di 8,6 p.p. a livello dell'UE. I maggiori aumenti dei tassi di occupazione femminile tra il 2005 e il 2019 sono stati osservati a Malta (+31,9 p.p.), Bulgaria e Polonia (entrambi +13,6 p.p.). Nel 2019, i tassi di occupazione femminile più elevati sono stati rilevati in Svezia (79,7 %), mentre i tassi di occupazione femminile più bassi sono stati registrati in Italia (53,8 %) e in Grecia (51,3 %).

Per contro, la crescita nell'UE del tasso di occupazione per gli uomini è stata più contenuta (+3,9 p.p.) rispetto all'aumento del tasso di occupazione per le donne durante il periodo tra il 2005 e il 2019. Il tasso di occupazione maschile è addirittura diminuito in sette Stati membri dell'UE, con le variazioni più marcate osservate in Grecia (-8.0 p.p.: dal 79,3 % nel 2005 al 71,3 % nel 2019) e Spagna (-5,8 p.p.: dal 79,8 % al 74,0 %).

Il divario tra i due generi in termini di tasso di occupazione è pertanto diminuito a livello dell'UE, passando da 16,4 p.p. nel 2005 a 11,7 p.p. nel 2019. Lo stesso andamento è stato registrato in tutti gli Stati membri dell'UE ad eccezione di Ungheria, Polonia, Estonia e Romania. Il calo è stato particolarmente forte a Malta (dove il divario di genere nel tasso di occupazione è sceso di 24,9 p.p.) per effetto della crescita del tasso di occupazione femminile. Il divario si è ridotto molto anche in Spagna (-12,8 p.p.) e Lussemburgo (-11,9 p.p.), in ragione di una riduzione della quota occupazionale maschile unita alla crescita della quota di occupazione femminile.

L'occupazione dei lavoratori anziani aumenta, l'occupazione giovanile tende a diminuire

Sebbene il tasso di occupazione giovanile (persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni) mostri un lieve aumento a livello dell'UE tra il 2005 e il 2019 (+0,2 p.p.), quasi la metà degli Stati membri dell'UE (13 paesi) rivela una diminuzione dei loro dati nazionali. La diminuzione dell'occupazione giovanile è particolarmente evidente in Irlanda, Spagna, Grecia, Danimarca, Portogallo, Italia e Cipro. Il tasso di occupazione dei lavoratori anziani (persone di età compresa tra 55 e 64 anni) è invece complessivamente aumentato nello stesso periodo, con Bulgaria, Germania, Slovacchia e Paesi Bassi che registrano i maggiori aumenti del tasso di occupazione dei lavoratori anziani (quarta e quinta icona del grafico interattivo 1).

Maggiore è il livello di istruzione, maggiori sono i tassi di occupazione

Il livello di istruzione può influire notevolmente sui tassi di occupazione (grafico interattivo 2). Il tasso di occupazione delle persone (di età compresa tra i 20 e i 64 anni) che avevano raggiunto un alto livello di istruzione, ovvero istruzione universitaria di ciclo breve, laurea di primo livello, laurea magistrale o dottorato (o diplomi equivalenti) (livelli ISCED 5-8), era pari all'84,8 % a livello dell'UE nel 2019. Si tratta di un tasso molto più elevato rispetto a quello di coloro che hanno conseguito solo un livello di istruzione basso, ossia un livello di istruzione primaria o secondaria inferiore (livelli ISCED 0-2), che era del 55,8 %. Il tasso di occupazione nell'UE-27 delle persone che hanno completato al massimo un livello di istruzione secondaria superiore o post-secondaria non-terziaria (livelli ISCED 3-4) si posiziona tra i due precedenti valori, ovvero al 73,4 %. Queste cifre possono indicare che ad un maggiore livello di istruzione conseguito corrisponde anche un aumento della probabilità di ottenere un posto di lavoro.

Oltre a costituire il gruppo con le minori probabilità di trovare un lavoro (tra i tre gruppi di livelli di istruzione), i possessori di un titolo di istruzione basso sono stati più duramente colpiti dalla crisi: il tasso di occupazione in questo gruppo è sceso nell'UE di 5,4 p.p. tra il 2007 e il 2013, mentre la diminuzione corrispondente per coloro che avevano un livello di istruzione medio o alto era di 1,8 p.p. (per entrambi i livelli).

Grafico interattivo 2 - Tasso di occupazione per livello di istruzione, 2005-2019
(% della popolazione con livello di istruzione basso/medio/alto in età 20-64 anni)
Fonte: Eurostat


Il grafico interattivo 2 fornisce un'indicazione dell'importanza del livello di istruzione per aumentare le possibilità di trovare un lavoro. Infatti, ad esempio, in Slovacchia il tasso di occupazione delle persone con un livello di istruzione basso era nel 2019 pari al 36,1 %, cioè molto al di sotto del tasso di occupazione delle persone con un livello di istruzione medio (75,6 %) e alto (80,6 %). Tale situazione è comparabile a quella in Croazia (39,5 % per il livello di istruzione basso rispetto al 66,6 % per il livello di istruzione medio), Cechia (53,4 % rispetto all'81,3 %), Bulgaria (51,2 % rispetto al 76,0 %) e Polonia (44,6 % rispetto al 69,2 %). Vale la pena di citare anche il caso della Francia, con un tasso di occupazione del 51,7 %, del 70,1 % e dell'83,3 % rispettivamente per le persone con un livello di istruzione basso, medio e alto, tenendo conto anche dei dipartimenti d'oltremare. Tuttavia, se si escludono i dipartimenti d'oltremare, il tasso di occupazione per le persone con un livello di istruzione basso, medio e alto è pari rispettivamente al 52,5 %, al 70,4 % e all'83,4 %. La differenza tra la Francia metropolitana (senza dipartimenti d'oltremare) e tutta la Francia (inclusi i dipartimenti d'oltremare) si riduce di conseguenza con l'aumento del livello di istruzione.

I quadri rappresentano il gruppo più numeroso nell'UE-27

In termini di occupazione (ISCO), nel 2019 i quadri rappresentavano nell'UE-27 il gruppo più numeroso (metà sinistra del grafico 1) con il 19,5 % di occupati, seguiti dalle professioni tecniche intermedie (16,9 %) e dagli addetti ai servizi e alle vendite, attestati al 16,3 %. All'altro capo della scala, i due gruppi di occupati meno numerosi erano costituiti dai lavoratori specializzati nei settori dell'agricoltura, delle foreste e della pesca (3,3 %) e dai membri delle forze armate (0,6 %).

Tuttavia, prendendo in esame la mera occupazione si fornisce un quadro limitato delle caratteristiche economiche, sociali e culturali degli occupati. Per questa ragione è stata introdotta una classificazione più ampia denominata "gruppi socioeconomici europei" (ESeG), che considera insieme l'occupazione e la posizione nella professione. Sulla base di tale classificazione i quadri (19,4 %) rimangono il gruppo più numeroso nell'UE-27 nel 2019 (cfr. metà destra del grafico 1), seguiti però in questo caso dai dipendenti di grado inferiore, con il 18,6 %, e successivamente dai lavoratori qualificati dell'industria, con il 17,1 % di occupati.

Grafico 1 - Occupati in età 20-64 anni, per occupazione e gruppo socioeconomico nell'UE-27, 2019
(% del totale degli occupati)
Fonte: Eurostat (lfsa_egais) e (lfsa_esega)

Fonte dei dati per le tavole e i grafici

Fonti dei dati

Fonte: L'indagine sulle forze di lavoro nell'UE è la più grande indagine campionaria europea sui nuclei familiari e fornisce risultati trimestrali e annuali sulla partecipazione al lavoro di persone di età pari o superiore ai 15 anni e sulle persone escluse dalle forze di lavoro. Essa copre le persone dimoranti in famiglia. I coscritti che prestano servizio militare o civile non sono inclusi nei risultati. L'indagine sulle forze di lavoro nell'UE si basa sulle stesse popolazioni bersaglio e utilizza le stesse definizioni in tutti i paesi, il che significa che i risultati sono comparabili tra i paesi. L'indagine sulle forze di lavoro nell'UE è un'importante fonte di informazioni sulla situazione e sull'andamento dei mercati del lavoro nazionali e dell'UE. Ogni trimestre, sono condotte circa 1,8 milioni di interviste in tutti i paesi partecipanti, al fine di ottenere informazioni statistiche per circa 100 variabili. A causa della diversità delle informazioni e delle grandi dimensioni del campione, l'indagine sulle forze di lavoro nell'UE è inoltre una fonte importante per altre statistiche europee quali quelle sull'istruzione o regionali.

Periodo di riferimento: I risultati annuali sono ottenuti come medie dei quattro trimestri dell'anno.

Copertura: I risultati dell'indagine coprono attualmente tutti gli Stati membri dell'Unione europea, il Regno Unito, gli Stati membri dell'EFTA Islanda, Norvegia e Svizzera, e i paesi candidati Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia. Per Cipro, l'indagine riguarda soltanto le zone di Cipro controllate dal governo della Repubblica di Cipro.

Aggregati europei: UE e UE-27 si riferiscono alla totalità dell'UE dei 27 Stati membri. Se i dati non sono disponibili per un paese, il calcolo degli aggregati corrispondenti tiene conto dei dati relativi allo stesso paese per l'ultimo periodo disponibile. Tali casi sono indicati.

Definizioni: I concetti e le definizioni utilizzati nell'indagine seguono gli orientamenti dell'Organizzazione internazionale del lavoro. Gli occupati sono persone di età pari o superiore a 15 anni (16 anni e più in Spagna e in Italia, 15-74 anni in Estonia, Lettonia, Ungheria, Finlandia, Svezia, Norvegia e Danimarca e 16-74 anni in Islanda), dimoranti in famiglia, che, nella settimana di riferimento, hanno svolto almeno un'ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura o nell'interesse della famiglia; sono comprese anche le persone assenti dal lavoro (ad esempio per malattia, ferie, controversia aziendale, istruzione o formazione) ma che mantengono il posto di lavoro o l'attività durante il periodo di assenza temporanea.

L'occupazione può essere misurata in termini di numero di persone o di posizioni lavorative, di equivalenti a tempo pieno o di ore lavorate. Tutte le stime presentate in questa scheda sono fondate sul numero di persone; anche le informazioni per i tassi di occupazione sono basate su stime del numero di persone. Le statistiche dell'occupazione sono frequentemente espresse come tassi di occupazione per tenere conto della differente consistenza della popolazione dei paesi nel tempo e per facilitare i confronti tra Stati di dimensioni differenti. Questi tassi sono generalmente pubblicati per la popolazione in età lavorativa, costituita di norma dalle persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni, sebbene in Spagna, Regno Unito e Islanda la fascia di età vada dai 16 ai 64 anni. La fascia di età compresa tra i 15 e i 64 anni è utilizzata anche da altre organizzazioni statistiche internazionali (benché alcuni decisori politici diano sempre più importanza alla classe di età 20-64 anni, dal momento che una quota crescente di cittadini dell'UE prosegue gli studi nell'istruzione terziaria).

Il concetto di occupazione dell'indagine sulle forze di lavoro differisce da quello di occupazione interna utilizzato per i conti nazionali, poiché quest'ultimo non fissa limiti all'età o al tipo di famiglia e comprende anche la popolazione non residente che contribuisce al PIL e i coscritti che prestano servizio militare o civile.

Dalla pagina di panoramica dell'indagine sulle forze di lavoro dell'UE si può accedere a cinque diverse schede su informazioni tecniche e metodologiche dettagliate.

Va osservato che Eurostat fornisce due serie di indicatori connessi al tasso di occupazione annuale, che servono a scopi diversi e che, in alcuni casi, differiscono tra loro:

1) gli indicatori principali destagionalizzati, che comprendono gli indicatori chiave della strategia Europa 2020 e sono quindi utilizzati per monitorare gli obiettivi di Europa 2020 (a livello dell'UE e nazionale). Presentano solo poche disaggregazioni e si riferiscono normalmente alla classe di età 20-64 anni. Va osservato che per la Francia sono pubblicate due serie: una comprendente i dipartimenti d'oltremare a partire dal 2003 e una per la Francia metropolitana, esclusi i dipartimenti d'oltremare, a partire dal 1992. Quest'ultima è valutata nella strategia Europa 2020 ed è inclusa anche nei relativi aggregati dell'UE e della zona euro;

2) i risultati dettagliati non destagionalizzati, che presentano numerose disaggregazioni e possono quindi essere utilizzati per un'analisi più dettagliata. Per la Francia, viene pubblicata una sola serie di dati che contiene i dati per il territorio metropolitano fino al quarto trimestre del 2013 e, dal 2014 in poi, anche quelli per i dipartimenti francesi d'oltremare.

La presente scheda presenta i risultati annuali per la maggior parte degli indicatori della serie "indicatori principali".

Concetti principali: Tra le principali caratteristiche dell'occupazione definite dall'indagine sulle forze di lavoro dell'UE figurano le seguenti:

  • i lavoratori dipendenti sono le persone che lavorano alle dipendenze di un datore di lavoro pubblico o privato e che percepiscono un corrispettivo sotto forma di stipendio, salario, pagamento a cottimo o in natura, tra cui sono inclusi anche i membri delle forze armate non di leva;
  • i lavoratori indipendenti sono coloro che lavorano nella propria impresa o azienda agricola o esercitano una libera professione. Si considera che un lavoratore indipendente lavori durante la settimana di riferimento se soddisfa uno o più dei seguenti criteri: svolge un'attività a fini di lucro, dedica tempo alla gestione di un'impresa o sta avviando un'impresa;
  • la distinzione tra tempo pieno e tempo parziale è generalmente basata sulla dichiarazione spontanea del rispondente. Le principali eccezioni sono costituite dai Paesi Bassi e dall'Islanda, in cui si applica una soglia di 35 ore, dalla Svezia, in cui è applicata una soglia ai lavoratori indipendenti, e dalla Norvegia, dove le persone che dichiarano tra 32 e 36 ore di lavoro sono invitate a precisare se si tratta di una posizione di lavoro a tempo pieno o parziale;
  • gli indicatori per gli occupati con un secondo lavoro si riferiscono soltanto alle persone che esercitano contemporaneamente più di un'attività lavorativa; le persone che hanno cambiato lavoro durante la settimana di riferimento non sono considerate come lavoratori con due posizioni lavorative;
  • si considera che un lavoratore dipendente svolga un lavoro temporaneo se ha concordato con il datore di lavoro che la conclusione del rapporto di lavoro è determinata da condizioni oggettive, quali una data specifica, il completamento di un compito o il rientro di un lavoratore sostituito per un periodo di tempo limitato. Sono normalmente inclusi: i lavoratori stagionali; il personale alle dipendenze di un'agenzia per il lavoro inviato presso un soggetto terzo a svolgere una specifica attività lavorativa (salvo che non sia stato stipulato un contratto scritto di lavoro di durata illimitata); le persone con specifici contratti di formazione.

Il livello di istruzione si riferisce al livello di istruzione conseguito, vale a dire al titolo di studio più elevato raggiunto. Il livello di istruzione basso riguarda i livelli ISCED 0-2 (inferiore all'istruzione primaria, primaria e secondaria inferiore), il livello medio si riferisce ai livelli ISCED 3 e 4 (istruzione secondaria superiore e post-secondaria non terziaria) e il livello di istruzione alto riguarda i livelli ISCED 5-8 (istruzione terziaria).

I gruppi socioeconomici europei (ESeG) costituiscono una classificazione derivata che consente di raggruppare individui con caratteristiche economiche, sociali e culturali similari in tutta l'Unione europea, sulla base delle sole variabili sociali fondamentali per garantire un utilizzo adeguato in tutte le indagini sociali che forniscano risultati comparabili. Le principali variabili sociali fondamentali sono le seguenti: "Condizione lavorativa OIL" (secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro), "Posizione nella professione", "Professione" (conformemente a ISCO-08) e "Condizione lavorativa dichiarata". Per la classificazione dettagliata e le note esplicative cfr. la pagina dell'ESeG sul server di classificazione Eurostat RAMON (in inglese).

Contesto

Le statistiche dell'occupazione possono essere utilizzate per molteplici analisi di vario tipo, compresi studi macroeconomici (considerando il lavoro come fattore di produzione), sulla produttività o sulla competitività. Possono essere impiegate anche per approfondire una serie di aspetti sociali e comportamentali legati alla situazione occupazionale di una persona, ad esempio l'integrazione sociale delle minoranze o l'occupazione quale fonte di reddito delle famiglie.

L'occupazione è un indicatore sia strutturale che congiunturale. In qualità di indicatore strutturale può fornire informazioni sulla struttura dei mercati del lavoro e sui sistemi economici, misurati sulla base dell'equilibrio fra domanda e offerta di lavoro, o della qualità dell'occupazione. Come indicatore congiunturale l'occupazione segue il ciclo economico; sotto questo aspetto presenta tuttavia dei limiti ed è spesso riconosciuta come un "lagging indicator" (indicatore ritardato).

Le statistiche dell'occupazione servono da base per numerose politiche dell'UE. La strategia europea per l'occupazione (SEO), avviata dal vertice sull'occupazione di Lussemburgo nel novembre del 1997, è stata rilanciata nel 2005 per essere opportunamente allineata ad alcuni obiettivi di Lisbona riveduti. Nel luglio del 2008 sono stati aggiornati gli orientamenti in materia di occupazione per il periodo 2008-2010. Nel marzo 2010, la Commissione europea ha avviato la strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, formalmente adottata dal Consiglio europeo nel giugno 2010. Il Consiglio europeo ha definito cinque obiettivi strategici, il primo dei quali consiste nell'innalzare fino al 75 % entro il 2020 il tasso di occupazione degli uomini e delle donne di età compresa tra i 20 e i 64 anni. Gli Stati membri dell'UE possono fissare obiettivi nazionali propri in vista del conseguimento di tali obiettivi strategici e redigere programmi nazionali di riforma comprendenti le iniziative che ritengono opportuno adottare ai fini dell'attuazione della strategia. In linea con la strategia Europa 2020, la strategia europea per l'occupazione promuove misure volte al conseguimento entro il 2020 di tre obiettivi:

- dare lavoro al 75 % della popolazione tra i 20 e i 64 anni;
- portare il tasso di abbandono scolastico al di sotto della soglia del 10 % e fare in modo che almeno il 40 % delle persone tra i 30 e i 34 anni abbia conseguito un titolo di istruzione terziaria;
- ridurre di almeno 20 milioni il numero delle persone a rischio di povertà o di esclusione sociale.

La lentezza della ripresa dalla crisi economica e finanziaria e i crescenti segnali di un aumento della disoccupazione hanno indotto la Commissione europea a presentare il 18 aprile 2012 una serie di proposte intese a promuovere l'occupazione tramite uno specifico pacchetto per l'occupazione. Tra l'altro, le proposte prendono in considerazione il lato della domanda della creazione di occupazione, fornendo orientamenti agli Stati membri affinché incoraggino le assunzioni mediante la riduzione delle imposte sul lavoro o la fornitura di assistenza alle start up. Le proposte mirano anche a individuare settori economici che presentano grandi potenzialità di creazione di posti di lavoro, come l'economia verde, i servizi sanitari e le tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

Nel dicembre 2012, a fronte di un tasso di disoccupazione giovanile elevato e ulteriormente in aumento in numerosi Stati membri dell'UE, la Commissione europea ha proposto un pacchetto per l'occupazione giovanile [COM(2012) 727 final]. Il pacchetto dà seguito alle azioni a favore della gioventù previste nel più ampio pacchetto per l'occupazione e contiene una serie di proposte, tra le quali:

  • il ricevimento da parte dei giovani di età inferiore a 25 anni di un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall'inizio della disoccupazione o dal completamento del percorso scolastico formale (garanzia per i giovani);
  • una consultazione delle parti sociali europee su un quadro di qualità per i tirocini che consenta ai giovani di acquisire esperienze di lavoro di elevata qualità in condizioni di sicurezza;
  • un'alleanza europea per l'apprendistato, volta a migliorare la qualità e l'offerta di apprendistati e a delineare modalità per ridurre gli ostacoli alla mobilità giovanile.

Gli sforzi per ridurre la disoccupazione giovanile sono continuati nel 2013, con la presentazione da parte della Commissione di una iniziativa a favore dell'occupazione giovanile [COM(2013) 144 final] volta a rafforzare le misure contenute nel pacchetto per l'occupazione giovanile e ad accelerarne l'attuazione. All'iniziativa, diretta in particolare a sostenere i giovani disoccupati al di fuori di ogni ciclo di istruzione o di formazione in regioni con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25 %, ha fatto seguito un'altra comunicazione intitolata "Lavorare insieme per i giovani d'Europa - Invito ad agire contro la disoccupazione giovanile" [COM(2013) 447 final], finalizzata ad accelerare l'attuazione della garanzia per i giovani e ad aiutare gli Stati membri e le imprese dell'UE ad assumere un maggior numero di giovani.

Una delle principali priorità del collegio dei commissari entrato in carica nel 2014 consiste nel puntare a rilanciare l'occupazione, la crescita e gli investimenti, con l'obiettivo di ridurre la regolamentazione e di fare un uso più efficiente delle risorse finanziarie e dei fondi pubblici esistenti. Nel febbraio 2015 la Commissione europea ha pubblicato una serie di relazioni per paese, nelle quali ha analizzato le politiche economiche degli Stati membri dell'UE e ha fornito informazioni sulle priorità degli Stati membri per l'anno successivo in merito alla promozione della crescita e della creazione di posti di lavoro. Nello stesso mese la Commissione europea ha inoltre proposto di mettere a disposizione 1 miliardo di EUR nel 2015 a valere sull'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile in modo da aumentare fino a 30 volte il prefinanziamento che gli Stati membri dell'UE potrebbero ricevere per far crescere i tassi di occupazione giovanile, con l'obiettivo di aiutare fino a 650 000 giovani a entrare nel mondo del lavoro.

Nel giugno del 2016 la Commissione europea ha adottato una Agenda per le competenze per l'Europa [COM(2016) 381/2] intitolata "Lavorare insieme per promuovere il capitale umano, l'occupabilità e la competitività". Lo scopo è garantire che le persone sviluppino le competenze necessarie oggi e nel futuro per promuovere l'occupabilità, la competitività e la crescita nell'UE.

Più recentemente, il 17 novembre 2017, è stato firmato congiuntamente dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il pilastro europeo dei diritti sociali. L'occupazione e le politiche sociali sono i principali campi di interesse del pilastro europeo dei diritti sociali, che mira ad offrire ai cittadini ulteriori e più effettivi diritti, articolati in base a tre categorie fondamentali: 1) pari opportunità e pari accesso al mercato del lavoro, 2) condizioni eque di lavoro e 3) protezione sociale e inclusione. In particolare, soluzioni lavorative ad oggi più flessibili offrono nuove opportunità di occupazione in special modo ai giovani, ma possono dare origine a nuova precarietà e a diseguaglianze. Costruire un'Europa più equa e rafforzare la sua dimensione sociale è una delle priorità fondamentali della Commissione. Il pilastro europeo dei diritti sociali è accompagnato da un "quadro di valutazione della situazione sociale" che permetterà di verificare l'attuazione del pilastro tracciando tendenze e risultati nei paesi dell'UE, in 12 aree, e apporterà contributi al semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche. Il quadro di valutazione sarà inoltre utile per misurare i progressi dell'UE nel suo complesso verso una "tripla A" in campo sociale.

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