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Document 52021DC0778

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Creare un'economia al servizio delle persone: un piano d'azione per l'economia sociale

COM/2021/778 final

Bruxelles, 9.12.2021

COM(2021) 778 final

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Creare un'economia al servizio delle persone: un piano d'azione per l'economia sociale

{SWD(2021) 373 final}


1.Introduzione

Ogni giorno circa 2,8 milioni di soggetti dell'economia sociale in Europa 1 offrono soluzioni concrete e innovative alle sfide chiave che ci troviamo ad affrontare. Creano e mantengono posti di lavoro di qualità, contribuiscono all'inclusione sociale e nel mercato del lavoro dei gruppi svantaggiati e offrono pari opportunità a tutti, promuovono uno sviluppo economico e industriale sostenibile, favoriscono la partecipazione attiva dei cittadini nelle società, svolgono un ruolo importante per i sistemi di protezione sociale europei e rivitalizzano le aree rurali 2 e spopolate dell'Europa 3 .

Durante la pandemia di COVID-19 molti soggetti dell'economia sociale si sono trovati in prima linea di fronte alla crisi. Hanno prodotto mascherine protettive, sostenuto l'istruzione digitale online, aiutato persone bisognose e fornito aiuto di prossimità nelle comunità locali.

Alcune parti dell'economia sociale contribuiscono alla duplice transizione verde e digitale fornendo beni e servizi sostenibili e colmando il divario digitale. I loro modelli imprenditoriali partecipativi, che tengono conto delle esigenze dei cittadini, dei dipendenti e di altri portatori di interessi, contribuiscono a garantire l'equità delle transizioni.

L'economia sociale contribuisce inoltre alla diversità delle forme societarie in Europa, favorendo una maggiore scelta per i consumatori e una maggiore qualità di prodotti/servizi. L'economia sociale contribuisce in misura significativa al PIL nei paesi in cui è più sviluppata, ad esempio in Francia, dove rappresenta il 10 % 4 . Per questo motivo è stata posta al centro dell'ecosistema di "prossimità ed economia sociale", uno dei 14 ecosistemi industriali individuati nell'aggiornamento della strategia industriale dell'UE 5 .

L'economia sociale può contribuire all'attuazione dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali e alla realizzazione del relativo piano d'azione per il 2021 e degli obiettivi principali per il 2030, ad esempio l'aumento del tasso di occupazione e la riduzione del numero di persone a rischio di povertà e di esclusione sociale. L'economia sociale dà lavoro a circa 13,6 milioni di persone; la percentuale di posti di lavoro retribuiti nell'economia sociale varia tra i diversi Stati membri tra lo 0,6 % e il 9,9 % del totale dell'occupazione retribuita 6 . Queste percentuali evidenziano lo sviluppo diseguale dell'economia sociale all'interno dell'Unione europea, ma anche l'esistenza, in diversi Stati membri e regioni, di un grande potenziale non sfruttato a livello economico e di creazione di posti di lavoro, che può essere realizzato se vengono adottate le misure adeguate.

L'economia sociale integra l'azione degli Stati membri nella prestazione di servizi sociali di qualità in modo efficiente sotto il profilo dei costi, oltre a sostenere i loro sforzi per integrare giovani e gruppi svantaggiati (ad esempio persone con disabilità, anziani, disoccupati di lunga durata, persone provenienti da un contesto migratorio o appartenenti a minoranze razziali o etniche (in particolare Rom), genitori soli) nel mercato del lavoro e nella società in generale 7 . Ad esempio l'economia sociale aiuta le persone con disabilità a trovare un impiego nel mercato del lavoro aperto e fornisce servizi essenziali per consentire loro una vita indipendente. L'economia sociale contribuisce inoltre a migliorare la parità di genere. Da un lato, molte donne ottengono un'occupazione grazie ai posti di lavoro creati dall'economia sociale; dall'altro, i servizi sociali e di assistenza forniti dall'economia sociale consentono alle donne di accedere al mercato del lavoro più ampio.

Analogamente, l'economia sociale contribuisce all'attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) 8 a livello UE e globale. L'economia sociale è infatti attiva a livello mondiale nella riduzione della povertà, guidando la transizione verso città e comunità sostenibili, il consumo e la produzione responsabili e la finanza sostenibile. In quanto tali, le organizzazioni collaborative e senza scopo di lucro costituiscono un pilastro fondamentale della resilienza sociale ed economica dell'Europa 9 .

L'economia sociale ha il potenziale di ridisegnare l'economia post-COVID attraverso modelli economici inclusivi e sostenibili capaci di dar luogo a una trasformazione ecologica, economica e sociale più equa.

Il dispositivo per la ripresa e la resilienza offre agli Stati membri opportunità significative di attuare le riforme e gli investimenti attraverso l'imprenditorialità sociale ed inclusiva. Alcuni Stati membri hanno inoltre previsto l'economia sociale e l'imprenditorialità inclusiva come priorità nei rispettivi piani nazionali per la ripresa e la resilienza. La Commissione monitorerà l'attuazione di tali piani e sosterrà gli Stati membri al riguardo.

L'economia sociale svolge un ruolo essenziale nella transizione verso spazi e stili di vita più belli, sostenibili e inclusivi, come quelli promossi dal nuovo Bauhaus europeo 10 , apportando nuovi approcci e soluzioni transdisciplinari in sintonia con le esigenze e le aspirazioni delle comunità locali.

Tuttavia una parte di questo potenziale non è ancora sfruttata a sufficienza. L'economia sociale rimane sconosciuta a troppe persone 11 . Molti consumatori desiderano acquistare in modo più responsabile 12 in relazione all'origine dei beni e dei servizi, ma non sempre sanno come farlo. I soggetti dell'economia sociale non sempre hanno la possibilità di accedere a capitali "pazienti" prontamente disponibili per investimenti a lungo termine. Le autorità pubbliche non utilizzano appieno le possibilità esistenti per facilitare l'accesso delle imprese sociali agli appalti pubblici o ai finanziamenti, né la flessibilità offerta dalle attuali norme UE in materia di aiuti di Stato. Non essendo sufficientemente compresi né riconosciuti, i soggetti dell'economia sociale si trovano ad affrontare difficoltà nello sviluppo e nell'espansione delle loro attività, che impediscono loro di incidere in misura ancora maggiore a livello economico e sociale. Hanno quindi bisogno di un sostegno maggiore e migliore per crescere e prosperare.

Per ottimizzare il potenziale dell'economia sociale nel mercato unico occorrerebbe impegnarsi maggiormente per replicare le esperienze positive negli Stati membri e, ove possibile, per aiutare le imprese sociali a crescere oltre il livello locale per divenire realtà europee, anche attraverso l'uso di strumenti digitali.

Il presente piano d'azione mira a potenziare l'innovazione sociale, a sostenere lo sviluppo dell'economia sociale e a rafforzarne il potere di trasformazione economica e sociale. Il piano propone una serie di azioni per il periodo 2021-2030. Si basa sull'iniziativa per l'imprenditoria sociale 13 e sull'iniziativa Start-up e scale-up 14 . È stato elaborato in esito a un processo aperto e inclusivo su un periodo di due anni 15 .

2.Definire l'economia sociale

L'economia sociale comprende una serie di soggetti con modelli imprenditoriali e organizzativi diversi, che operano in un'ampia gamma di settori economici: agricoltura, silvicoltura e pesca, edilizia, riutilizzo e riparazione, gestione dei rifiuti, commercio all'ingrosso e al dettaglio, energia e clima, informazione e comunicazione, attività finanziarie e assicurative, attività immobiliari, attività professionali, scientifiche e tecniche, istruzione, salute umana e attività sociali, arte, cultura e media.

Nel contesto del presente piano d'azione e delle iniziative UE correlate, l'economia sociale comprende i soggetti che condividono le caratteristiche e i principi comuni fondamentali descritti di seguito: il primato delle persone, nonché del fine sociale e/o ambientale, rispetto al profitto, il reinvestimento della maggior parte degli utili e delle eccedenze per svolgere attività nell'interesse dei membri/degli utenti ("interesse collettivo") o della società in generale ("interesse generale") e la governance democratica e/o partecipativa.

Tradizionalmente il termine economia sociale si riferisce a quattro tipi principali di soggetti che forniscono beni e servizi ai loro membri o alla società in generale: cooperative, società di mutuo soccorso, associazioni (comprese le associazioni di beneficenza) e fondazioni. Si tratta di entità private, indipendenti dalle autorità pubbliche e con forme giuridiche specifiche.

Le imprese sociali 16 sono ormai generalmente considerate parte dell'economia sociale. Le imprese sociali operano fornendo beni e servizi per il mercato in modo imprenditoriale e spesso innovativo, basando la loro attività commerciale su obiettivi sociali e/o ambientali. Gli utili sono reinvestiti principalmente nella realizzazione del loro obiettivo sociale. Anche il loro metodo di organizzazione e il loro assetto proprietario rispettano principi democratici o partecipativi oppure sono incentrati sul progresso sociale 17 . Le imprese sociali adottano varie forme giuridiche a seconda del contesto nazionale.

Alcuni portatori di interessi, paesi e organizzazioni internazionali 18 utilizzano anche termini come "imprese dell'economia sociale", "imprese sociali e solidali" e "terzo settore" per riferirsi ai soggetti dell'economia sociale. Le imprese sociali di inserimento lavorativo sono un tipo di impresa sociale comune in tutta Europa. Sono specializzate nella ricerca di opportunità di lavoro per le persone svantaggiate.

La maggior parte delle azioni proposte nel presente piano d'azione è rilevante per tutti i soggetti dell'economia sociale; alcune azioni possono tuttavia essere specifiche per determinate categorie di soggetti.

3.Creare un quadro adeguato per far prosperare l'economia sociale

3.1.Sviluppo di quadri politici e giuridici

I dati dimostrano l'importanza di migliorare il contesto favorevole alla prosperità dell'economia sociale. Come confermato dalla ricerca 19 e dai portatori di interessi 20 , i quadri politici e giuridici costituiscono un elemento essenziale di tale contesto, ma adattarli alle esigenze dell'economia sociale non è un compito facile.

La natura intersettoriale dell'economia sociale e il fatto che comprenda diversi tipi di soggetti costituiscono sfide importanti per le autorità pubbliche, in quanto complicano lo sviluppo di un approccio efficace. È raro che vi siano punti di ingresso unici e chiaramente definiti nelle pubbliche amministrazioni. I soggetti dell'economia sociale incontrano spesso difficoltà nella scelta fra le diverse forme giuridiche esistenti, che non si adattano del tutto alle loro esigenze specifiche.

Per sviluppare quadri coerenti per l'economia sociale occorre tener conto della sua natura e delle sue esigenze specifiche in relazione a numerose politiche e disposizioni orizzontali e settoriali, come quelle in ambito fiscale e sociale e in materia di appalti pubblici, concorrenza, mercato del lavoro, istruzione, competenze e formazione, servizi di assistenza, anche sanitaria, sostegno a piccole e medie imprese (PMI), economia circolare ecc.

Ad esempio la fiscalità è importante per l'economia sociale. Pochi paesi hanno sviluppato un quadro fiscale specifico e coerente per le imprese sociali. Molti offrono incentivi che vanno dalle esenzioni fiscali per le imprese sugli utili non distribuiti alle esenzioni o alla riduzione delle aliquote IVA, dai costi di assicurazione sociale ridotti o sovvenzionati alle riduzioni fiscali per donatori privati e istituzionali 21 . Tuttavia l'accesso a tali incentivi può essere complesso e le diverse azioni non sempre vengono coordinate in modo adeguato.

Le politiche pubbliche settoriali sono rilevanti anche per i soggetti dell'economia sociale, in quanto questi ultimi sono partner importanti per le autorità pubbliche nella prestazione di servizi sociali, sanitari e di assistenza. In considerazione dell'invecchiamento demografico, l'economia dell'assistenza si sta espandendo, offrendo opportunità di lavoro. Tuttavia i lavoratori che prestano servizi in questi settori (nei quali la forza lavoro è prevalentemente femminile) si trovano ad affrontare numerosi problemi legati a salari bassi e condizioni di lavoro precarie. La nuova strategia europea per l'assistenza, annunciata per il 2022, offrirà, fra l'altro, l'opportunità di promuovere l'economia dell'assistenza innalzando il profilo del forte valore aggiunto dell'economia sociale in questo settore, anche allo scopo di contribuire a migliorare le condizioni di lavoro.

Nell'elaborare politiche e quadri giuridici adeguati, le autorità pubbliche devono tenere conto della diversità delle forme giuridiche dei soggetti dell'economia sociale. Sebbene abbiano molto in comune, le cooperative, le società di mutuo soccorso, le fondazioni, le associazioni e le imprese sociali hanno però obiettivi e modalità di funzionamento diversi e si trovano ad affrontare ostacoli specifici.

Le cooperative rappresentano una forma ben consolidata di modello imprenditoriale dell'economia sociale. Sono gestite da produttori, utilizzatori o lavoratori nel rispetto della regola "un membro, un voto" 22 . Col tempo si sono rivelate versatili in vari settori, offrendo soluzioni innovative alle sfide della società. Le cooperative segnalano tuttavia che il loro assetto proprietario ostacola la possibilità di avvalersi di investimenti azionari. Il sostegno finanziario e non finanziario specifico può svolgere un ruolo cruciale nei casi in cui le cooperative vengono istituite nel quadro delle imprese rigenerate dai lavoratori 23 al fine di preservare l'occupazione e di mantenere un'attività economica sostenibile.

Le società di mutuo soccorso segnalano che le norme esistenti non tengono sufficientemente conto della loro natura senza scopo di lucro. Per questo motivo la Commissione sensibilizzerà le autorità nazionali sulle specificità del modello mutualistico e sulle possibilità di ridurre gli oneri amministrativi 24 .

Fondazioni e associazioni operanti nell'economia sociale segnalano le difficoltà che incontrano nell'usufruire appieno dei vantaggi del mercato unico. Ad esempio alcune associazioni sono soggette a vincoli nell'esercizio delle loro attività a livello transfrontaliero. Tale questione viene affrontata nel progetto di relazione del Parlamento europeo recante raccomandazioni alla Commissione su uno Statuto delle associazioni e organizzazioni senza scopo di lucro transfrontaliere europee, la cui adozione è prevista a breve 25 . Per meglio comprendere i problemi cui devono far fronte le associazioni, la Commissione avvierà uno studio che offrirà un'analisi comparativa dei regimi giuridici e degli scenari delle associazioni nell'UE.

Analogamente, alcune fondazioni segnalano problemi riguardanti il trattamento fiscale delle donazioni transfrontaliere a favore di organizzazioni di pubblica utilità 26 di altri Stati membri. Seguendo il principio stabilito dal trattato in merito alla libera circolazione dei capitali e alla non discriminazione 27 e le pertinenti sentenze della Corte di giustizia europea 28 , i donatori devono elaborare un'analisi di comparabilità caso per caso 29 per poter beneficiare di norme fiscali favorevoli per le loro donazioni transfrontaliere. Tuttavia, in pratica, le procedure applicate dagli Stati membri aumentano i costi amministrativi e di conformità e creano incertezza sia per gli enti filantropici che per i donatori. La Commissione europea può avviare procedure di infrazione nei casi in cui si riscontrino ostacoli alle attività transfrontaliere derivanti da mancato recepimento, violazione o applicazione erronea del diritto comunitario.

Dal 2011 diversi Stati membri hanno messo in atto politiche e quadri giuridici mirati in relazione alle imprese sociali e/o all'economia sociale 30 . Oltre a contribuire al loro riconoscimento, in alcuni casi tale iniziativa ha portato ad altri sviluppi positivi, come la creazione di specifiche unità ministeriali e il rafforzamento del dialogo tra i portatori di interessi e le autorità pubbliche. In alcuni paesi sono stati sviluppati marchi o sistemi di certificazione che possono favorire i soggetti dell'economia sociale e facilitarne l'accesso a determinate politiche e la possibilità di beneficiare di trattamenti specifici 31 . Riforme efficaci potrebbero servire da ispirazione per gli altri Stati membri.

La Commissione ha sviluppato una serie di strumenti e risorse per sostenere gli Stati membri e favorire l'apprendimento reciproco tra i decisori politici. La Commissione sta preparando, insieme all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE), orientamenti sui quadri giuridici appropriati per le imprese sociali, la cui pubblicazione è prevista per il 2022. Di recente la Commissione ha inoltre pubblicato una guida e una raccolta di buone pratiche in materia di appalti pubblici socialmente responsabili 32 . Tutto questo materiale e queste esperienze possono aiutare gli Stati membri a migliorare i rispettivi quadri nazionali e regionali. Gli Stati membri hanno inoltre la possibilità di ricevere consulenze su misura attraverso lo strumento di sostegno tecnico.

La Commissione favorirà l'apprendimento reciproco e fornirà orientamenti e sostegno agli Stati membri attraverso le seguenti iniziative:

l'organizzazione di seminari online e workshop per funzionari pubblici a partire dal 2022, basati su esercizi di mappatura, raccolta e scambio di buone pratiche in relazione a vari settori programmatici, ad esempio in materia di aiuti di Stato, fiscalità, investimenti sociali, trasferimenti di imprese ai dipendenti, etichette e sistemi di certificazione, misurazione dell'impatto sociale;

la pubblicazione di orientamenti sui pertinenti quadri fiscali per i soggetti dell'economia sociale, basati sull'analisi e sui contributi disponibili forniti dalle autorità degli Stati membri e dai portatori di interessi dell'economia sociale;

la pubblicazione di orientamenti volti a chiarire la normativa vigente sul trattamento fiscale delle donazioni transfrontaliere per fini di pubblica utilità che interessa fondazioni e associazioni, nonché sull'attuazione del principio di non discriminazione con gli Stati membri;

l'avvio di uno studio delle etichette/dei sistemi nazionali di certificazione dell'economia sociale volto a mappare quelli esistenti negli Stati membri, individuando le buone pratiche e le caratteristiche e i criteri comuni. La Commissione intende inoltre fornire un approccio e un orientamento comuni agli Stati membri ed esplorare la possibilità di un riconoscimento reciproco su base volontaria.

Nell'attuare tali iniziative, per fornire un approccio globale all'economia sociale e facilitarne uno sviluppo uniforme in tutti gli Stati membri e in tutte le regioni dell'UE, nel 2023 la Commissione presenterà una proposta di raccomandazione del Consiglio sullo sviluppo delle condizioni quadro dell'economia sociale. Ciò consentirà di:

invitare i decisori politici ad adattare meglio quadri giuridici e le politiche alle esigenze dei soggetti dell'economia sociale;

formulare raccomandazioni in relazione a politiche specifiche in materia di occupazione, aiuti di Stato, appalti pubblici, fiscalità, ricerca, istruzione, competenze e formazione, assistenza e servizi sociali, fornendo sostegno finanziario e di altro genere in modo mirato per ciascuna delle fasi del ciclo di vita aziendale, e statistiche;

evidenziare in che modo gli assetti istituzionali e l'impegno dei portatori di interessi possono facilitare il lavoro dei soggetti dell'economia sociale.

3.2.Economia sociale e aiuti di Stato

Il sostegno finanziario pubblico svolge un ruolo importante nel consentire l'avvio e lo sviluppo dei soggetti dell'economia sociale. Il controllo degli aiuti di Stato mira a mantenere un equilibrio tra tale sostegno e la concorrenza leale. I portatori di interessi dell'economia sociale si trovano di fronte a numerose sfide e opportunità.

Una prima questione riguarda il fatto che le autorità pubbliche e i beneficiari spesso non sfruttano al massimo le possibilità esistenti in materia di aiuti di Stato. I portatori di interessi segnalano che spesso le autorità pubbliche limitano inutilmente l'importo degli aiuti concessi alle imprese sociali alla soglia generale de minimis (200 000 EUR per un periodo di 3 anni) e non considerano altre possibilità che potrebbero essere in linea con le norme sugli aiuti di Stato, quali gli aiuti regionali, le misure per il finanziamento del rischio o gli aiuti all'assunzione di lavoratori svantaggiati, possibilità per le quali gli importi massimi degli aiuti sono generalmente più elevati.

Inoltre le norme UE vigenti in materia di servizi d'interesse economico generale (SGEI) 33 offrono notevoli possibilità in materia di aiuti di Stato. I soggetti possono beneficiare di tale flessibilità solo se incaricati di una missione specifica, ossia di servizi di interesse economico generale. Tuttavia le autorità pubbliche non sempre sfruttano appieno tale possibilità, ad esempio in relazione alle attività delle imprese sociali che offrono posti di lavoro alle persone vulnerabili. La Commissione faciliterà pertanto l'accesso ai pertinenti orientamenti in materia di aiuti di Stato e tratterà questo argomento nei seminari online e nei workshop che organizzerà (cfr. parte 3.1).

Una seconda questione riguarda l'entità degli aiuti di Stato a disposizione dei portatori di interessi dell'economia sociale, che secondo quanto dichiarano questi ultimi non è sempre adeguata, in particolare in relazione agli aiuti per l'accesso ai finanziamenti e alle sovvenzioni per l'assunzione di lavoratori svantaggiati, disciplinati dal regolamento generale di esenzione per categoria ("GBER") 34 . I dati indicano infatti che le imprese sociali riscontrano generalmente maggiori difficoltà di accesso ai finanziamenti rispetto alle imprese standard (cfr. sezione 4.2). 

Nella revisione del GBER che avrà luogo in previsione della sua scadenza alla fine del 2023, la Commissione valuterà se i dati disponibili giustifichino un allentamento delle norme in materia di aiuti per l'accesso delle imprese sociali ai finanziamenti e di aiuti all'assunzione di lavoratori svantaggiati o molto svantaggiati.

La Commissione invita gli Stati membri a utilizzare meglio i margini di discrezionalità di cui godono nella definizione dei servizi di interesse economico generale, ove opportuno, al fine di ricomprendervi le attività ammissibili svolte dalle imprese sociali. Inoltre gli Stati membri dovrebbero investire ulteriormente in attività di formazione e sviluppo delle capacità per le proprie amministrazioni, al fine di aumentarne il livello di conoscenza delle norme sugli aiuti di Stato.

3.3.Migliore accesso ai mercati: appalti pubblici socialmente responsabili

La fornitura di beni e servizi alle autorità pubbliche e alle imprese tradizionali, e la cooperazione con entrambe, sono elementi essenziali per lo sviluppo dell'economia sociale, in quanto generano entrate e permettono ai soggetti dell'economia sociale di diventare autosufficienti da un punto di vista finanziario. Gli appalti pubblici rappresentano il 14 % del PIL europeo 35 : per questo motivo sono ampiamente riconosciuti come uno strumento politico essenziale per sostenere lo sviluppo dell'economia sociale e delle imprese sociali 36 .

La revisione delle norme UE in materia di appalti pubblici 37 effettuata nel 2014 ha creato per le autorità pubbliche a tutti i livelli numerose possibilità di utilizzare gli appalti pubblici per raggiungere obiettivi politici diversi, tra cui la promozione della protezione ambientale e il perseguimento di obiettivi sociali. Ad esempio le norme menzionano specificamente gli aspetti sociali tra i fattori che possono essere inclusi nei criteri di aggiudicazione sulla base del criterio dell'"offerta economicamente più vantaggiosa". Da allora la Commissione ha intrapreso diverse iniziative per sensibilizzare in merito al valore aggiunto degli appalti pubblici verdi e socialmente responsabili, nonché per fornire orientamenti e diffondere buone pratiche. Ad esempio la Commissione di recente ha pubblicato una revisione della guida "Acquisti sociali" 38 contenente suggerimenti ed esempi pratici.

Negli ultimi anni alcune autorità locali e regionali e città si sono rese conto del potenziale degli appalti pubblici strategici per rispondere alle sfide/esigenze della società e promuovere un cambiamento sistemico. Tuttavia le gare d'appalto pubbliche sono ancora aggiudicate per la maggior parte solo in base al criterio del prezzo e gli appalti pubblici socialmente responsabili continuano a essere molto meno noti e sviluppati rispetto agli appalti pubblici verdi. La Commissione intensificherà i propri sforzi per mettere in evidenza i vantaggi e i modi concreti di utilizzare gli appalti pubblici e le procedure di concessione per raggiungere gli obiettivi della politica sociale e del lavoro, migliorare le condizioni di lavoro e fornire servizi sociali di alta qualità.

Nel contempo è importante rafforzare la capacità dei soggetti dell'economia sociale di presentare offerte per gli appalti pubblici e agevolarne l'accesso agli appalti privati. Le interazioni con le imprese tradizionali aiutano i soggetti dell'economia sociale a svilupparsi e a crescere; tale cooperazione è aumentata, ma vi è ancora spazio per un'integrazione più sistematica nelle catene di valore delle imprese tradizionali e per una maggiore collaborazione con tali imprese ai fini della presentazione di offerte congiunte per appalti pubblici, anche attraverso nuovi progetti pilota nell'ambito del programma per il mercato unico.

La Commissione intende:

intensificare le attività volte a sensibilizzare, promuovere lo scambio di buone pratiche e formare i funzionari addetti agli appalti pubblici e i soggetti dell'economia sociale su come utilizzare le procedure di appalto pubblico e di concessione per raggiungere obiettivi di politica sociale. A tal fine saranno organizzati seminari negli Stati membri;

lanciare nel 2022 una nuova iniziativa nel quadro del programma per il mercato unico, a sostegno della creazione di partenariati locali e regionali tra i soggetti dell'economia sociale e le imprese tradizionali, per consentire la creazione di un mercato di "acquisti sociali" da impresa a impresa;

ove possibile, migliorare il ricorso alle clausole sociali nelle procedure di gara della Commissione.

In aggiunta la Commissione presenterà una relazione per migliorare l'uso degli appalti pubblici socialmente responsabili negli Stati membri.

La Commissione invita gli Stati membri e le altre autorità pubbliche competenti a promuovere e monitorare l'adozione di appalti pubblici socialmente responsabili nei rispettivi territori, in cooperazione con i portatori di interessi dell'economia sociale.

3.4.Promuovere l'economia sociale a livello regionale e locale

I modelli imprenditoriali dell'economia sociale apportano valore alle economie e alle società locali promuovendone l'inclusività, la resilienza e la sostenibilità. Sono fortemente radicati a livello locale e mirano principalmente a servire la comunità in cui si trovano, contribuendo a mantenere la popolazione, le attività economiche e le entrate a livello locale. Contribuiscono a promuovere lo sviluppo economico locale in settori specifici importanti per le regioni, ad esempio nelle zone rurali in relazione all'agricoltura e alla produzione alimentare biologica oppure nell'economia blu. Promuovono catene di valore brevi agevolando la produzione e il consumo a livello locale e sostengono l'azione sul clima e l'economia circolare. Contribuiscono inoltre alla prestazione di servizi sociali, la cui disponibilità è spesso limitata nelle zone rurali e remote.

Come annunciato nella visione a lungo termine per le zone rurali dell'UE 39 , la Commissione intraprenderà una serie di azioni che consentiranno agli imprenditori e alle piccole imprese di trasferirsi nelle zone rurali e contribuire al loro adattamento al cambiamento dell'ambiente economico, offriranno opportunità per pratiche commerciali innovative, per cooperare e creare cluster, nonché sviluppare nuovi settori dell'economia. Si presterà particolare attenzione alle filiere corte dei prodotti agroalimentari, che collegano direttamente i produttori ai consumatori, così come ad iniziative per lo sviluppo di opportunità di occupazione e di apprendimento per i giovani e per lo sviluppo sostenibile della bioeconomia.

Molte autorità regionali e locali europee hanno il potere di sviluppare strategie e strumenti per sostenere lo sviluppo degli ecosistemi dell'economia sociale a livello locale e regionale. Vi è margine per sfruttare meglio questo potenziale 40 .

Lo scambio e la cooperazione tra le autorità regionali e locali è un modo efficace per migliorare l'apprendimento reciproco in merito all'economia sociale. Questo vale in particolare per la cooperazione transfrontaliera. Sono disponibili aiuti a titolo del Fondo sociale europeo Plus (FSE+), del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo per una transizione giusta per aiutare le autorità locali e regionali a rafforzare la cooperazione con i soggetti dell'economia sociale, anche nell'ambito di strategie di specializzazione intelligente. La Piattaforma per una transizione giusta permette scambi attivi tra tutti i portatori di interessi nelle regioni particolarmente colpite dalla transizione climatica, compresi i soggetti dell'economia sociale 41 . Inoltre la Commissione sostiene l'apprendimento tra pari, la cooperazione e la creazione di comunità tra regioni ed enti locali. Ad esempio, l'iniziativa Regioni europee per l'economia sociale e le missioni dell'economia sociale 42 hanno innalzato il profilo di tale economia a livello locale e hanno finanziato l'organizzazione di sessioni di apprendimento reciproco con le autorità locali e i portatori di interessi dell'economia sociale. Questo lavoro è ulteriormente sostenuto da iniziative locali come il Patto dei sindaci dell'UE.

La Commissione svilupperà ulteriormente queste iniziative a sostegno della cooperazione transnazionale, con l'obiettivo specifico di rendere possibile una transizione verde e digitale giusta (cfr. sezione 4.3). Inoltre promuoverà l'uso del programma Interreg Europe e del partenariato di specializzazione intelligente per l'economia sociale 43 al fine di favorire gli scambi transfrontalieri e interregionali.

La Commissione intende:

sostenere gli Stati membri e i portatori di interessi al fine di stimolare l'economia sociale e l'innovazione sociale nelle zone rurali attraverso la futura rete UE per la politica agricola comune e di integrare ulteriormente i cluster di innovazione sociale ed ecologica (CSEI) 44 nella politica europea dei cluster industriali per fornire orientamenti, sostenere la ricerca e lo sviluppo di nuove capacità, lo scambio di buone pratiche e le attività di rete a livello transfrontaliero;

ampliare la rete europea delle regioni dell'economia sociale al fine di rafforzare i nuovi partenariati regionali e locali per promuovere in particolare la duplice transizione digitale e verde nei territori;

potenziare la creazione di reti tra le imprese rurali attraverso la rete Enterprise Europe, nonché mediante gli inviti alla cooperazione interregionale tramite le missioni europee dell'economia sociale. La visione a lungo termine per le zone rurali porrà un accento particolare sull'imprenditorialità e sull'economia sociale nelle zone rurali.

La Commissione invita gli Stati membri a istituire punti di contatto locali per l'economia sociale che svolgano il ruolo di ambasciatori dell'economia sociale, fornendo sostegno tra pari, facilitando l'accesso ai finanziamenti dell'UE e nazionali e mantenendo i contatti con le autorità che gestiscono i fondi europei.

3.5.Promuovere l'economia sociale a livello internazionale 

Il cambiamento climatico e il degrado ambientale, i cambiamenti demografici e le disuguaglianze economiche e sociali sono sfide globali. L'UE e i paesi terzi condividono obiettivi comuni, inclusi nell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. L'economia sociale può contribuire al raggiungimento di questi obiettivi sia all'interno che all'esterno dell'UE. Le azioni annunciate nelle altre sezioni del presente piano possono pertanto essere fonte di ispirazione anche per il sostegno all'economia sociale nei paesi terzi.

Il grado di sviluppo dell'economia sociale varia notevolmente tra i diversi paesi terzi. Alcuni di essi sono caratterizzati da settori dell'economia sociale con tradizioni consolidate. Altri sono caratterizzati da fiorenti ecosistemi di innovazione sociale o di imprese sociali, ma in molti paesi i modelli di economia sociale stanno cominciando solo ora ad emergere. I portatori di interessi possono trarre vantaggio dalla condivisione di esperienze e buone pratiche, che possono contribuire ad accelerare le riforme.

Nell'ultimo decennio la politica di cooperazione internazionale dell'UE ha sostenuto lo sviluppo dell'economia sociale. Ad esempio, il partenariato UE con l'Alleanza cooperativa internazionale 45 ha migliorato la visibilità delle cooperative di tutto il mondo e la ricerca in tale settore, oltre a facilitare lo sviluppo delle capacità e le attività di rete. La Commissione ha inoltre finanziato diversi programmi regionali di sviluppo delle capacità che sostengono e rafforzano gli ecosistemi dell'economia e dell'imprenditorialità sociale 46 .

Vi è inoltre margine per rafforzare il dialogo e la collaborazione sull'economia sociale con i principali partner internazionali come l'OCSE, la task force delle Nazioni Unite sull'economia sociale e solidale e l'Organizzazione internazionale del lavoro. Ciò permetterà di innalzare il profilo dell'economia sociale al di là dei confini dell'UE e consentirà una migliore condivisione degli orientamenti programmatici e degli strumenti disponibili sviluppati dalla Commissione europea, specialmente in collaborazione con l'OCSE. La Commissione si baserà su tali iniziative per promuovere ulteriormente l'economia sociale sulla scena internazionale.

In particolare, la Commissione intende:

rafforzare il ruolo dell'economia sociale e dell'imprenditorialità sociale nei programmi dello strumento di assistenza preadesione e degli strumenti di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale, ad esempio collaborando con le delegazioni dell'UE e le autorità pubbliche dei paesi terzi per facilitare lo sviluppo di misure specifiche per l'economia sociale;

migliorare l'accesso ai finanziamenti per gli imprenditori sociali nei Balcani occidentali, nel partenariato orientale e nel vicinato meridionale, avviando azioni volte a promuovere iniziative di base e a sostenere gli intermediari per sviluppare prodotti finanziari adatti alle esigenze dei soggetti dell'economia sociale. 

La Commissione incoraggia le autorità pubbliche dei paesi terzi a fare uso degli strumenti e degli orientamenti programmatici in materia di economia sociale messi a disposizione gratuitamente dalla Commissione europea in cooperazione con l'OCSE e l'ILO 47 .

4.Creare opportunità di sviluppo per i soggetti dell'economia sociale

4.1.Sostegno alle imprese e sviluppo delle capacità

La maggior parte dei soggetti dell'economia sociale ha una forte dimensione imprenditoriale e contribuisce in misura considerevole alla crescita sostenibile e all'occupazione. Tali soggetti effettuano scambi di mercato e ottengono ricavi dalla vendita di beni e servizi. Sebbene molti di tali soggetti intendano mantenere dimensioni ridotte e operare a livello locale, alcuni potrebbero essere interessati a espandersi in altri mercati dell'UE e oltre. Possono perciò crescere ed espandersi beneficiando del sostegno allo sviluppo delle imprese. Tuttavia i regimi di sostegno esistenti non sempre tengono conto delle caratteristiche speciali dei loro modelli imprenditoriali per quanto riguarda la governance, la ripartizione degli utili, le condizioni di lavoro e l'impatto sociale. Inoltre i dipendenti, compresi quelli appartenenti a gruppi svantaggiati, presentano importanti esigenze di aggiornamento delle competenze e di riqualificazione, come avviene in altre parti dell'economia. Considerati l'invecchiamento della forza lavoro e la crescente fuga di cervelli, la trasmissione intergenerazionale delle conoscenze e l'imprenditorialità degli anziani possono svolgere un ruolo importante.

I modelli imprenditoriali dell'economia sociale possono esercitare un'influenza e generare ricadute sulle imprese tradizionali. Un numero crescente di imprese tradizionali si sta avvicinando agli obiettivi dell'economia sociale. Ad esempio le società benefit e le imprese a impatto sociale integrano obiettivi di sostenibilità nelle rispettive missioni aziendali, mentre altre imprese stanno adottando misure ad hoc per migliorare la trasparenza e impegnarsi più attivamente con le comunità. Accanto a questo, la progressiva integrazione dei criteri ambientali, sociali e di governance societaria (ESG) nella governance delle imprese tradizionali e nelle politiche di investimento delle istituzioni finanziarie e dei fondi d'investimento sta creando nuove opportunità di cooperazione, di arricchimento reciproco e di accesso a nuovi mercati. La Commissione rafforzerà inoltre le interazioni tra i soggetti dell'economia sociale e le imprese tradizionali promuovendo le migliori pratiche, ad esempio quelle riguardanti il settore dell'imprenditorialità sociale 48 .

Considerata la natura trasversale dell'economia sociale, i regimi riguardanti l'innovazione, la preparazione agli investimenti, l'internazionalizzazione delle imprese, lo sviluppo rurale e l'economia circolare sono rilevanti per i soggetti dell'economia sociale, anche se spesso sono rivolti alle PMI in generale 49 . Risulta tuttavia difficile ottenere le informazioni pertinenti, che tendono ad essere disperse. Anche quando esistono iniziative specifiche, i portatori di interessi dell'economia sociale spesso non ne sono sufficientemente a conoscenza oppure le ritengono complesse. Le reti rappresentative e le reti imprenditoriali possono aiutare, ma non sono presenti in tutti i paesi.

Il documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna il presente piano d'azione 50 fornisce una panoramica dei pertinenti programmi e finanziamenti dell'UE per il periodo 2021-2027. I finanziamenti dell'UE, come i fondi della politica di coesione europea, sono attuati a livello nazionale e regionale. Ulteriori fonti di finanziamento sono disponibili a livello nazionale, regionale e locale oppure sono messe a disposizione da soggetti privati. Orientarsi in questo scenario può risultare difficile, in particolare per i soggetti di dimensioni ridotte.

La Commissione intende pertanto:

nel quadro del patto per le competenze, facilitare l'istituzione di un partenariato per le competenze per l'ecosistema industriale "prossimità ed economia sociale", nel contesto dell'agenda per le competenze e della strategia industriale europea aggiornata. A partire dal 2022 saranno predisposti orientamenti, conoscenze, risorse e centri dedicati alle attività di rete per sostenere i firmatari del patto nei loro sforzi volti a offrire opportunità di aggiornamento delle competenze e di riqualificazione alle persone in età lavorativa;

potenziare l'espansione e promuovere l'internazionalizzazione dell'economia sociale mobilitando reti di sostegno alle imprese e piattaforme di partenariato a livello europeo quali la rete Enterprise Europe 51 e la piattaforma europea di collaborazione tra cluster (ECCP) 52 ;

avviare nel 2023 un nuovo sportello unico per l'economia sociale dell'UE per offrire un punto di riferimento chiaro ai portatori di interessi dell'economia sociale, ad altri soggetti interessati e agli individui alla ricerca di informazioni su finanziamenti, politiche, reti/piattaforme e iniziative dell'UE in materia. Tale sportello semplificherà l'accesso al sostegno esistente e rafforzerà la consapevolezza in merito alle azioni dell'UE in questo settore. Faciliterà inoltre l'accesso alle iniziative rilevanti in materia di rafforzamento delle capacità e fornirà orientamenti specifici sulle opportunità di finanziamento dell'UE (formazione, workshop, seminari online, guide e strumenti pratici).

Saranno forniti orientamenti sulle opportunità di finanziamento dell'UE anche tramite il polo di consulenza InvestEU, la rete Enterprise Europe e l'helpdesk UE per i servizi sociali. Per le autorità di gestione dei fondi della politica di coesione sono disponibili orientamenti sulla piattaforma Fi-compass 53 , che offre consulenza sugli strumenti finanziari attuati in regime di gestione concorrente.

Al fine di ampliare il rafforzamento delle capacità, la Commissione sosterrà lo sviluppo di reti rappresentative dell'economia sociale, in particolare negli Stati membri dell'UE in cui le imprese sociali e gli ecosistemi dell'economia sociale non sono pienamente sviluppati.

La Commissione invita gli Stati membri a incoraggiare gli incubatori d'impresa tradizionali ad estendere il loro sostegno ai soggetti dell'economia sociale, al fine di migliorare le opportunità di sostenere la preparazione delle imprese agli investimenti. Il progetto pilota "Better Incubator" 54 lanciato dalla Commissione europea può servire da ispirazione.

Aumentare l'attrattiva dell'imprenditorialità

L'imprenditorialità sociale e l'economia sociale possono suscitare particolare interesse tra i giovani, le persone con disabilità, quelle provenienti da contesti migratori, le donne e altri imprenditori appartenenti a gruppi sottorappresentati. È interessante notare che la presenza delle imprenditrici è più elevata nell'imprenditorialità sociale che in quella convenzionale 55 , dove la presenza femminile è solo del 30 % 56 . Sensibilizzare in merito a questi modelli imprenditoriali alternativi potrebbe migliorare l'attrattiva dell'imprenditorialità in generale e favorire l'integrazione nel mercato del lavoro. Le giovani generazioni stanno dimostrando un forte interesse per lo sviluppo sostenibile, motivo per il quale l'economia sociale può essere di loro interesse. Negli ultimi anni l'insegnamento dell'imprenditorialità è diventato più comune nei sistemi di istruzione. Tuttavia i modelli imprenditoriali dell'economia sociale, comprese le forme cooperative, sono ancora lontani dall'essere parte integrante di tutti i programmi di formazione all'imprenditorialità e dei corsi di amministrazione aziendale.

La Commissione intende:

istituire una nuova accademia per la politica dell'imprenditorialità giovanile nel 2022 nel contesto dell'FSE+. Tale iniziativa promuoverà l'imprenditorialità giovanile, inclusa l'imprenditoria femminile e quella sociale, collaborando con i decisori politici a livello nazionale e con le reti per l'imprenditorialità giovanile;

sostenere l'apprendimento reciproco tra gli imprenditori dell'economia sociale migliorando la promozione del programma Erasmus per giovani imprenditori 57 tra i portatori di interessi dell'economia sociale.

La Commissione studierà modalità per promuovere sinergie tra i diversi programmi di finanziamento dell'Unione europea al fine di individuare progetti di successo che potrebbero essere potenziati fino a diventare imprese sociali.

La Commissione invita gli istituti di istruzione superiore a sfruttare appieno strumenti europei quali le università europee 58 per stimolare l'economia sociale e l'imprenditorialità.

4.2.Migliorare l'accesso ai finanziamenti 

Le stime indicano che nel corso del periodo di programmazione 2014-2020 sono stati mobilitati almeno 2,5 miliardi di EUR del bilancio dell'Unione europea per sostenere l'economia sociale 59 . In generale la Commissione ambisce ad aumentare il livello di sostegno per il periodo 2021-2027. Si prevede la mobilitazione di maggiori investimenti, in quanto ci si attende un effetto moltiplicatore di InvestEU più elevato del previsto e un maggiore sostegno in relazione all'impatto sociale e all'innovazione. Altri programmi dell'UE offriranno sostegno specifico o indiretto all'economia sociale, ad esempio la componente per l'occupazione e l'innovazione sociale del Fondo sociale europeo Plus, Orizzonte Europa, il programma per il mercato unico, Erasmus+, il corpo europeo di solidarietà, Europa creativa e il programma LIFE. A livello nazionale, i finanziamenti dell'UE saranno disponibili in particolare attraverso i fondi della politica di coesione e il dispositivo per la ripresa e la resilienza.

Grazie a un sostegno mirato a livello UE e nazionale, in particolare attraverso il programma dell'Unione europea per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI) 60 , è aumentato il numero di intermediari e investitori che conoscono i soggetti dell'economia sociale, tra cui le imprese sociali, e che forniscono finanziamenti rimborsabili e sostegno allo sviluppo imprenditoriale per rispondere alle loro esigenze. A questo riguardo, un ruolo importante è stato svolto dalle banche etiche. Inoltre il marchio relativo ai fondi europei per l'imprenditoria sociale (EuSEF) 61 ha permesso agli investitori di individuare facilmente i fondi che investono nelle imprese sociali. A partire dalla crisi finanziaria del 2008, anche il settore della microfinanza ha registrato una crescita considerevole nell'UE e nei paesi vicini. Molti istituti di microfinanza fanno parte dell'economia sociale e hanno una missione sociale che prevede specificamente il sostegno a persone appartenenti a gruppi vulnerabili e che incontrano difficoltà ad accedere al sistema bancario tradizionale al fine di creare imprese, attività che permette di creare posti di lavoro per sé e per altri. Nel complesso, l'uso di prodotti finanziari come le garanzie si è dimostrato un modo efficace per mobilitare finanziamenti privati a favore delle imprese sociali da parte di investitori tradizionali e filantropici.

Nonostante tale sviluppo positivo, un'analisi del mercato dei finanziamenti alle imprese sociali ha rivelato una persistente discrepanza tra la domanda e l'offerta di finanziamenti rimborsabili per le imprese sociali in Europa, in termini di accesso ai finanziamenti sia tramite debito sia tramite capitale proprio. Nel settore dei finanziamenti alle imprese sociali, il deficit di finanziamento è stato stimato a quasi un miliardo di EUR all'anno in tutta Europa 62 , mentre nel settore della microfinanza il divario è stato stimato a 12,9 miliardi di EUR all'anno in tutta l'UE 63 . Si riscontrano notevoli differenze tra i diversi paesi e al loro interno. In generale c'è ancora ampio spazio per migliorare l'offerta di finanziamenti su misura per le varie fasi del ciclo di vita delle imprese (costituzione, avviamento, crescita).

La Commissione intende pertanto:

lanciare nel 2022 nuovi prodotti finanziari nell'ambito del programma InvestEU al fine di mobilitare finanziamenti privati mirati alle esigenze delle imprese sociali nelle diverse fasi di sviluppo. Ciò comprenderà garanzie per consentire l'accesso al credito alle imprese sociali e alle microimprese, investimenti azionari e quasi azionari nelle imprese sociali e nelle imprese ad impatto sociale, nonché investimenti di capitale negli intermediari finanziari 64 . Il polo consultivo InvestEU fornirà sostegno agli intermediari finanziari 65 .

Le fondazioni fanno parte dell'economia sociale e svolgono anch'esse un ruolo importante nella concessione di sovvenzioni a favore dell'economia sociale, dell'innovazione sociale e di altri obiettivi politici dell'UE. I donatori manifestano un crescente interesse per gli investimenti destinati a missioni specifiche, inclusi quelli destinati a organizzazioni dell'economia sociale. Per sfruttare questo potenziale, la Commissione sta valutando l'avvio di meccanismi di cofinanziamento specifici con fondazioni e organizzazioni filantropiche in relazione a settori di missione mirati, al fine di convogliare capitale aggiuntivo verso iniziative volte a promuovere la sostenibilità, l'inclusione, l'innovazione sociale, l'edilizia abitativa e la lotta all'esclusione abitativa, il pluralismo dei media e lo sviluppo di ecosistemi di impatto sociale. Nel suo piano d'azione per i media e l'audiovisivo 66 , la Commissione ha già annunciato la creazione di un progetto pilota su base azionaria attraverso InvestEU per sostenere il settore dei media.

A seconda dell'interesse del mercato, il polo consultivo di InvestEU può sostenere la creazione di piattaforme di investimento transfrontaliere capaci di raggruppare i partner interessati ad investire nell'economia sociale.

Ad integrazione di tale iniziativa, la Commissione:

in collaborazione con i partner esecutivi di InvestEU, garantirà che gli intermediari finanziari di InvestEU che finanziano le imprese sociali siano facilmente identificabili dai potenziali beneficiari, anche attraverso il portale InvestEU e lo sportello per l'economia sociale;

affiancherà agli strumenti finanziari sovvenzioni per la creazione di mercati dei finanziamenti alle imprese sociali in Europa, sostenendo la creazione di nuovi strumenti finanziari e programmi di preparazione agli investimenti;

integrerà gli strumenti per gli investimenti azionari con sovvenzioni al fine di ridurre i costi di transazione per gli investimenti in capitale di rischio nelle imprese sociali;

sosterrà le reti dell'UE attive nei settori della microfinanza e dei finanziamenti alle imprese sociali allo scopo di migliorare la consapevolezza e l'orientamento in merito ai finanziamenti dell'UE, rafforzare le capacità delle organizzazioni aderenti e fornire ricerca e dati.

Oltre a sviluppare nuovi strumenti, gli Stati membri hanno la possibilità di introdurre misure sistemiche per incrementare i finanziamenti disponibili. Le iniziative esistenti includono la possibilità per i dipendenti di contribuire a fondi pensione e a programmi di risparmio a orientamento sociale.

Inoltre una migliore comprensione e adozione delle metodologie di misurazione dell'impatto sociale può consentire ai soggetti dell'economia sociale di far conoscere i risultati ottenuti e di accedere più facilmente ai finanziamenti basati sull'impatto sociale. Esistono diverse metodologie, ma i soggetti dell'economia sociale segnalano che la diversità degli strumenti e delle risorse disponibili può rappresentare un quadro scoraggiante in cui è difficile orientarsi, soprattutto per i soggetti più piccoli o meno esperti. Gli approcci alla misurazione dell'impatto sociale dovrebbero essere appropriatamente ponderati, proporzionati e adattati alla diversità dei soggetti e delle relative dimensioni e fasi di sviluppo.

La Commissione intende:

sostenere lo sviluppo della misurazione e della gestione dell'impatto sociale attraverso la mappatura e la revisione delle pratiche esistenti e l'avvio di corsi di formazione per i portatori di interessi dell'economia sociale, al fine di migliorare la comprensione e facilitare l'adozione di tali pratiche. Collaborerà inoltre con i portatori di interessi per sviluppare semplici metodologie standard di valutazione dell'impatto sociale per i soggetti dell'economia sociale nell'UE nel 2023.

Il progetto di relazione relativa alla piattaforma sulla finanza sostenibile indica che, di fronte a una pandemia e a questioni sociali irrisolte in merito a una transizione sostenibile, è importante individuare i soggetti e le attività economiche che contribuiscono a promuovere gli obiettivi sociali. La piattaforma indica che l'elaborazione di orientamenti comuni su una tassonomia sociale potrebbe aumentare la trasparenza degli investimenti e prevenire il fenomeno del "social washing". Come previsto dal regolamento in materia di tassonomia e come indicato nel piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali, la Commissione preparerà una relazione sulla possibile estensione della tassonomia dell'UE per la finanza sostenibile agli obiettivi sociali.

4.3.Massimizzare il contributo dell'economia sociale in favore della duplice transizione verde e digitale

L'Europa aspira a diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, senza lasciare indietro nessuno. Questo obiettivo e la necessità di fermare la perdita di biodiversità, ridurre l'inquinamento e migliorare l'uso sostenibile delle risorse naturali sono al centro del Green Deal europeo. La Commissione ha proposto una serie di misure legislative 67 per ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Nel quadro del Green Deal europeo la Commissione ha inoltre lanciato il patto europeo per il clima 68 a sostegno degli impegni in materia di clima assunti da cittadini e organizzazioni, con benefici diretti anche per l'economia sociale.

La transizione digitale europea mira inoltre a conferire ai cittadini e alle imprese l'autonomia e la responsabilità necessarie per conseguire un futuro digitale antropocentrico, sostenibile e più prospero 69 . In particolare, uno degli obiettivi del piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali è che almeno l'80 % dei cittadini di età compresa tra i 16 e i 74 anni possieda competenze digitali di base.

L'economia sociale contribuisce alla transizione verde sviluppando pratiche, beni e servizi sostenibili per lo sviluppo industriale, ad esempio nei settori dell'economia circolare, dell'agricoltura biologica, delle energie rinnovabili, dell'edilizia abitativa e della mobilità. In questo modo aumenta anche l'accettabilità dei cambiamenti comportamentali che contribuiscono alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Molte di queste soluzioni sono inclusive e si rivolgono alle persone più colpite dalla transizione verde o con maggiori difficoltà ad adattarvisi, ad esempio attraverso attività di formazione e riqualificazione dei lavoratori, l'offerta di opportunità di lavoro in ambiti maggiormente rispettosi dell'ambiente e lo sviluppo di prodotti e servizi che soddisfano le esigenze delle comunità locali. Si tratta di un contributo cruciale, in quanto le imprese commerciali prestano scarsa attenzione alle questioni relative all'adattamento.

I soggetti dell'economia sociale che intendono ottenere risultati sia sul piano sociale che su quello ambientale segnalano che hanno bisogno di aiuto per individuare e adottare pratiche più ecologiche e sviluppare capacità e conoscenze, anche in merito alle opportunità di finanziamento per obiettivi ambientali.

L'economia sociale svolge un ruolo importante anche nel sostegno a transizione digitale equa e inclusiva. Ad esempio i soggetti dell'economia sociale che lavorano su progetti "Tech4good" utilizzano tecnologie digitali (ad esempio tecnologia di registro distribuito, big data, intelligenza artificiale, tecnologia di assistenza) per realizzare obiettivi verdi o sociali 70 . All'interno dell'economia sociale stanno emergendo nuovi modelli imprenditoriali digitali, ad esempio nell'economia collaborativa e delle piattaforme. Le cooperative di piattaforme sono un esempio di imprese a gestione partecipativa che utilizzano piattaforme digitali per facilitare il coinvolgimento dei cittadini e la vendita di beni e servizi prodotti localmente, al fine di ottenere migliori condizioni di lavoro per i propri membri. Più in generale, le tecnologie digitali possono fungere da leva permettendo di replicare e far crescere le iniziative di successo dell'economia sociale in tutti gli Stati membri e nel mercato unico. Le tecnologie digitali possono inoltre contribuire a migliorare i processi di lavoro dei soggetti dell'economia sociale. Il trattamento, la gestione e la raccolta dei dati non sono ancora pratiche diffuse tra i soggetti dell'economia sociale. Nel contempo alcune aziende sociali all'avanguardia in campo digitale promuovono transizioni digitali rendendo la tecnologia adattabile e accessibile, anche da un punto di vista economico, ad esempio tramite beni comuni digitali ("digital commons") e tecnologie open source.

Sfruttare i modelli imprenditoriali dell'economia sociale come soggetti attivi della transizione verde e rispondere alle loro esigenze in termini di adozione digitale, soluzioni tecnologiche inclusive e accesso ai dati sono elementi essenziali per garantirne la ripresa post-COVID e la resilienza a lungo termine.

La Commissione intende:

avviare un percorso di transizione per l'ecosistema industriale "prossimità ed economia sociale" per un'ulteriore collaborazione con le autorità pubbliche e i portatori di interessi al fine di rafforzare e rendere più resiliente l'ecosistema dell'economia sociale nella duplice transizione verde e digitale. Il percorso di transizione contribuirà inoltre all'attuazione del piano d'azione in questo settore 71 .

sostenere la cooperazione transnazionale per rafforzare la capacità dell'economia sociale di adottare e sviluppare pratiche, prodotti e servizi più verdi e di migliorarne le capacità digitali;

lanciare un'iniziativa sul finanziamento innovativo nell'ambito del laboratorio del nuovo Bauhaus europeo con l'obiettivo di creare un progetto pilota per la mobilitazione di contributi filantropici;

sviluppare un codice di condotta sull'uso e sulla gestione dei dati nell'economia sociale, in cooperazione con i portatori di interessi per sostenere la diffusione dei dati e della tecnologia.

La Commissione garantirà inoltre che le pertinenti strutture di sostegno alle imprese a livello europeo condividano le loro esperienze su come fornire un sostegno su misura ai soggetti dell'economia sociale. Tra tali strutture figurano la rete Enterprise Europe e l'acceleratore della trasformazione digitale nell'ambito dei poli europei dell'innovazione digitale.

Poiché l'economia sociale è fortemente radicata a livello locale, le autorità pubbliche, la società civile, i portatori di interessi dell'economia sociale e le imprese tradizionali dispongono di un margine per l'elaborazione di Green Deal locali e per la messa in comune di risorse per gli investimenti e l'innovazione a livello locale e regionale al fine di garantire una transizione giusta capace di produrre benefici a livello locale.

La Commissione intende:

collaborare con le città per elaborare Green Deal locali o azioni per una cittadinanza verde, rafforzando il coinvolgimento dei soggetti e delle comunità dell'economia sociale nel Patto dei sindaci dell'UE, nell'iniziativa urbana europea, nell'iniziativa "Sfida città intelligenti", nell'iniziativa "Città e regioni circolari", nella piattaforma per una transizione giusta, nel nuovo Bauhaus europeo e nel patto europeo per il clima.

L'economia sociale contribuisce in modo particolarmente significativo allo sviluppo di un'economia circolare 72 nei casi in cui si stanno sperimentando attività e modelli imprenditoriali all'avanguardia che conservano il valore dei prodotti e dei materiali il più a lungo possibile, riducono i rifiuti, offrono ai cittadini possibilità di risparmio e creano posti di lavoro locali, specialmente in attività di riparazione, riutilizzo, condivisione e riciclaggio. Questo potenziale può essere ulteriormente sfruttato sensibilizzando in merito all'esistenza di un margine per una maggiore diffusione di tali pratiche e rafforzando i partenariati con le imprese tradizionali lungo le catene del valore e i partenariati pubblico-privato che coinvolgono le autorità pubbliche, gli istituti di ricerca, l'industria e i soggetti dell'economia sociale.

La Commissione intende:

fornire orientamenti su come sostenere la diffusione e i partenariati per l'economia circolare tra le imprese sociali e altri soggetti, fra cui le imprese tradizionali, e sensibilizzare in merito all'economia sociale nel quadro della piattaforma europea delle parti interessate per l'economia circolare, della rete Enterprise Europe e di altri reti.

I partner dell'economia sociale svolgono un ruolo essenziale nella fornitura di alloggi sociali, alloggi cooperativi e strategie di sviluppo urbano. A tale riguardo si trovano di fronte a un deficit di investimento annuo pari a 57 miliardi di EUR 73 , con conseguenze negative per quanto riguarda l'accesso agli alloggi e l'inverdimento del patrimonio immobiliare dell'UE. Attraverso l'iniziativa sugli alloggi a prezzi accessibili 74 , la Commissione rafforzerà la capacità di rinnovamento degli alloggi sociali e a prezzi accessibili mobilitando partenariati intersettoriali intesi ad avviare progetti pilota in 100 distretti di ristrutturazione e promuovendo abitazioni di qualità, vivibili, accessibili e a prezzi ragionevoli.

La Commissione invita gli Stati membri e le regioni dell'UE ad assumere impegni in relazione all'economia sociale nello sviluppo delle loro strategie nel quadro della duplice transizione verde e digitale e a utilizzare meglio i finanziamenti esistenti per rendere possibile la duplice transizione verde e digitale dell'economia sociale.

4.4.Promuovere l'innovazione sociale

L'innovazione sociale offre nuovi modi di produrre beni e di organizzare e fornire servizi, nonché nuove forme di partecipazione civica che rispondono a sfide o a esigenze sociali concrete 75 . Cambia le relazioni sociali e può offrire nuovi approcci programmatici potenzialmente in grado di produrre cambiamenti sistemici. Operando dal basso verso l'alto e mantenendosi vicini alle comunità, ai cittadini e ai problemi che questi devono affrontare, i soggetti dell'economia sociale possiedono la capacità di trovare soluzioni innovative 76 .

Negli ultimi anni la Commissione ha varato diverse iniziative per promuovere l'innovazione sociale (ad esempio attraverso Orizzonte 2020, compresi il concorso europeo per l'innovazione sociale, il programma EaSI o l'FSE). Il sostegno fornito agli appalti basati sui risultati sociali è stato anche un modo per sperimentare nel campo della finanza e dell'innovazione sociale 77 . La Commissione porterà avanti queste iniziative e costruirà una comunità europea di innovatori sociali per favorire l'apprendimento tra pari e promuovere iniziative imprenditoriali comuni, basandosi sulla rete dei vincitori del concorso europeo per l'innovazione sociale.

Garantire una diffusione delle innovazioni sociali su più ampia scala continua tuttavia a rappresentare una sfida, soprattutto quando si tratta di farle adottare dai decisori politici, di trovare partner in altri territori, a livello nazionale o all'estero, e di adattare le soluzioni sviluppate altrove alle condizioni locali. Ciò impedisce di ottenere un impatto sistemico e di realizzare il pieno potenziale degli investimenti iniziali (che spesso includono finanziamenti pubblici). La Commissione sostiene la creazione di centri di competenza nazionali per l'innovazione sociale al fine di potenziare le capacità di innovazione anche per i soggetti dell'economia sociale e i nuovi imprenditori sociali 78 . Vi è inoltre margine per rafforzare le collaborazioni tra settore pubblico, donatori e investitori sociali, al fine di catalizzare meglio le risorse disponibili e di consentire la diffusione e la riproduzione delle soluzioni dell'innovazione sociale.

La Commissione intende:

promuovere l'innovazione sociale attraverso un nuovo approccio alla cooperazione transnazionale nell'ambito dell'FSE+. Nel 2022 sarà istituito un nuovo "Centro europeo di competenza per l'innovazione sociale", che promuoverà l'apprendimento reciproco e il potenziamento delle capacità delle autorità competenti e delle strutture di sostegno. Sarà inoltre istituito un nuovo regime di sovvenzioni che faciliterà il trasferimento e/o l'espansione dell'innovazione sociale;

proporre nel 2022 un Fondo europeo per l'innovazione sociale, nell'ambito di Orizzonte Europa, che coinvolga cittadini, rappresentanti del mondo accademico, imprenditori, filantropi, investitori a impatto sociale e amministratori pubblici per sostenere la diffusione e l'ampliamento delle innovazioni sociali di successo e contribuire al conseguimento degli obiettivi delle cinque missioni dell'UE 79 .

Inoltre la Commissione fornirà sovvenzioni nell'ambito di Orizzonte Europa per attività di sensibilizzazione e per agevolare l'accesso degli imprenditori sociali alle risorse degli ecosistemi d'innovazione paneuropei, nazionali, regionali e locali.

5.Migliorare il riconoscimento dell'economia sociale e del suo potenziale

Come dimostrano i paesi in cui l'economia sociale è più avanzata, aumentare la visibilità di tale economia, anche attraverso la raccolta di dati e statistiche pertinenti, è fondamentale per garantirne il riconoscimento e lo sviluppo.

Dal 2011 la Commissione ha contribuito a migliorare la visibilità e il profilo dell'economia sociale, delle imprese sociali e dell'innovazione sociale in tutta l'UE mediante varie azioni, segnatamente in relazione ai finanziamenti o alla ricerca 80 . Anche negli Stati membri le autorità pubbliche e i portatori di interessi hanno adottato iniziative interessanti per migliorare la visibilità e la comprensione dell'economia sociale, tra cui la creazione di marchi specifici e meccanismi di certificazione, o campagne di comunicazione su larga scala.

I dati dimostrano che il pubblico in generale, compresi i giovani e le persone svantaggiate, le parti sociali, i portatori di interessi e i finanziatori, è ancora poco consapevole dell'impatto positivo dell'economia sociale 81 . Ciò influisce sullo sviluppo delle pertinenti politiche di sostegno e delle opportunità di mercato, per cui il rafforzamento della visibilità dell'economia sociale deve rimanere una priorità. La Commissione utilizzerà il presente piano d'azione per collaborare con i portatori di interessi a tutti i livelli al fine di mantenere lo slancio.

La Commissione intende:

compiere attività periodiche di comunicazione nel quadro di un approccio di comunicazione a lungo termine che sottolinei il ruolo e le specificità dell'economia sociale, anche in cooperazione con i portatori di interessi dell'economia sociale.

La Commissione incoraggia inoltre l'organizzazione periodica di vertici sull'economia sociale da parte degli Stati membri e di altri soggetti interessati.

Disporre di dati e statistiche pertinenti è inoltre fondamentale per far comprendere meglio i modelli imprenditoriali dell'economia sociale e garantire che le politiche si basino su dati concreti. Invece i dati esistenti sull'economia sociale sono spesso scarsi, incompleti e difficili da confrontare. Ad esempio solo alcuni Stati membri hanno adattato i rispettivi sistemi contabili nazionali per raccogliere dati supplementari ("conti satellite") sull'economia sociale, nonostante il sostegno finanziario messo a disposizione dal bilancio dell'UE. Di conseguenza mancano statistiche sulle dimensioni, sulla forza lavoro, sullo sviluppo e sulle sfide dell'economia sociale. A livello di UE esistono delle stime grazie ad alcuni esercizi di raccolta di dati comparativi ma incompleti, che richiederebbero un aggiornamento 82 . Mancano inoltre dati sulle possibili dimensioni delle donazioni filantropiche e sulle possibilità di sfruttare questo tipo di investimenti privati per promuovere l'economia sociale e altri obiettivi politici dell'UE. La Commissione continuerà pertanto a sostenere politiche basate su dati concreti attraverso la raccolta, la mappatura e l'analisi di informazioni quantitative e qualitative sull'economia sociale in tutti gli Stati membri. Ciò contribuirà anche al monitoraggio dell'ecosistema industriale "prossimità ed economia sociale".

La Commissione intende:

avviare un nuovo studio per raccogliere informazioni quantitative e qualitative sull'economia sociale in tutti gli Stati membri dell'UE;

avviare uno studio specifico sulle donazioni filantropiche nell'UE.

Infine è cresciuto l'interesse accademico per l'economia sociale, ma si potrebbero migliorare il dialogo e gli scambi di idee con i decisori politici. La Commissione cercherà di facilitare tali scambi.

6.Prossime tappe

Nello scorso decennio la Commissione ha adottato misure importanti per stimolare lo sviluppo dell'economia sociale e delle imprese sociali come componenti dell'economia sociale di mercato europea. I risultati ottenuti devono essere consolidati e potenziati in modo che l'UE possa soddisfare le esigenze e cogliere le opportunità derivanti dalle sfide demografiche e dalla duplice transizione verde e digitale, costruendo nel contempo un'economia equa, inclusiva e resiliente come risposta a lungo termine alle conseguenze della crisi COVID-19.

Il presente piano d'azione fornisce un quadro europeo con un orizzonte fino al 2030 per sostenere ulteriormente lo sviluppo dell'economia sociale. Il piano definisce una serie di azioni da attuare in concomitanza con l'attuazione del piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali e con il raggiungimento dei suoi obiettivi in materia di occupazione e di riduzione della povertà.

La Commissione sottolineerà il potenziale dell'economia sociale in termini di creazione di posti di lavoro e di promozione della coesione sociale nel processo del semestre europeo e nel quadro dell'attuazione degli orientamenti in materia di occupazione da parte degli Stati membri.

Il piano d'azione è stato sviluppato in cooperazione con i portatori di interessi dell'economia sociale; anche la sua attuazione richiederà il loro impegno e la loro cooperazione a tutti i livelli: UE, nazionale, regionale, locale e internazionale.

Il successo dell'attuazione dipenderà anche dalla collaborazione con gli Stati membri. La Commissione incoraggia gli Stati membri ad adottare o aggiornare le rispettive strategie e misure in materia di economia sociale in cooperazione con i portatori di interessi dell'economia sociale. A tal fine invita gli Stati membri a nominare nelle loro istituzioni coordinatori dell'economia sociale incaricati di guidare le strategie in materia, di garantire la coerenza nell'elaborazione delle politiche tra le amministrazioni pubbliche, di facilitare l'accesso ai finanziamenti UE e nazionali e di mantenere i contatti con le autorità di gestione dei fondi strutturali.

La Commissione assisterà gli Stati membri nella definizione delle loro strategie e misure per l'economia sociale e sosterrà il lavoro dei coordinatori dell'economia sociale in vista dell'attuazione e del seguito dati al presente piano d'azione.

La Commissione lavorerà inoltre in stretta collaborazione con altre istituzioni e organismi dell'UE, ossia il Parlamento europeo, il Comitato delle regioni, il Comitato economico e sociale europeo e il Gruppo Banca europea per gli investimenti.

La Commissione invita i portatori di interessi dell'economia sociale, le istituzioni e gli organismi dell'UE ad approvare il presente piano d'azione e a contribuire attivamente alla sua attuazione con il coinvolgimento diretto dei portatori di interessi dell'economia sociale. La Commissione lavorerà con il gruppo di esperti sull'economia sociale e sulle imprese sociali, che sarà rinnovato al termine dell'attuale mandato.

La Commissione valuterà l'attuazione del piano d'azione nel 2025 e pubblicherà una relazione sui progressi compiuti e sui nuovi sviluppi.



Principali azioni della Commissione e calendario per la loro attuazione

Presentare una proposta di raccomandazione del Consiglio sullo sviluppo delle condizioni quadro dell'economia sociale (cfr. sezione 3.1).

2023

Organizzare seminari online e workshop per i funzionari pubblici in relazione a diversi settori programmatici rilevanti per l'economia sociale (cfr. sezione 3.1).

2022, 2023

Avviare, nel quadro del programma per il mercato unico, una nuova iniziativa a sostegno della creazione di partenariati locali e regionali tra i soggetti dell'economia sociale e le imprese tradizionali, che renda possibile la creazione di un mercato di "acquisti sociali" tra imprese (cfr. sezione 3.3).

2022

Migliorare l'accesso ai finanziamenti per gli imprenditori sociali nei Balcani occidentali, nel partenariato orientale e nel vicinato meridionale, avviando azioni volte a promuovere iniziative di base e a sostenere gli intermediari per sviluppare prodotti finanziari adatti alle esigenze dei soggetti dell'economia sociale (cfr. sezione 3.5).

2023

Avviare un nuovo sportello unico per l'economia sociale dell'UE per offrire un punto di riferimento chiaro ai portatori di interessi dell'economia sociale, ad altri soggetti interessati e agli individui alla ricerca di informazioni su finanziamenti, politiche e iniziative dell'UE in materia (cfr. sezione 4.1).

2023

Istituire una nuova accademia per la politica dell'imprenditorialità giovanile volta a promuovere l'imprenditorialità giovanile, inclusa l'imprenditoria femminile e quella sociale, collaborando con i decisori politici a livello nazionale e con le reti per l'imprenditorialità giovanile (cfr. sezione 4.1).

2022

Lanciare nuovi prodotti finanziari nell'ambito del programma InvestEU, al fine di mobilitare finanziamenti privati mirati alle esigenze delle imprese sociali nelle diverse fasi di sviluppo (cfr. sezione 4.2).

2022

Sostenere lo sviluppo della misurazione e della gestione dell'impatto sociale per assistere i soggetti dell'economia sociale nell'UE (cfr. sezione 4.2).

2023

Avviare un percorso di transizione per l'ecosistema industriale "prossimità ed economia sociale" al fine di collaborare ulteriormente con le autorità pubbliche e i portatori di interessi nell'attuazione del piano d'azione in questo settore (cfr. sezione 4.3). 

2022

Promuovere l'innovazione sociale attraverso un nuovo approccio alla cooperazione transnazionale nell'ambito dell'FSE+ e la creazione di un nuovo "Centro europeo di competenza per l'innovazione sociale" (cfr. sezione 4.4).

2022

(1)      Dati relativi all'UE 28. Cfr. Comitato economico e sociale europeo, Sviluppi recenti dell'economia sociale nell'Unione europea, di Monzon J. L. e Chaves R., 2017, pag. 66.
(2)    Cfr. la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: "Una visione a lungo termine per le zone rurali dell'UE: verso zone rurali più forti, connesse, resilienti e prospere entro il 2040", COM(2021) 345 final.
(3)

     Krlev G., Pasi G., Wruk D., Bernhard M., Reconceptualizing the Social Economy, Stanford Social Innovation Review, 2021.

(4)       https://www.economie.gouv.fr/leconomie-sociale-et-solidaire .
(5)      La strategia industriale aggiornata dell'UE propone 14 ecosistemi industriali per tener conto delle nuove circostanze in seguito alla crisi COVID-19 e mira a guidare la trasformazione verso un'economia più sostenibile, digitale, resiliente e competitiva a livello globale (COM(2021) 350 final).
(6)      Cfr. Comitato economico e sociale europeo, Sviluppi recenti dell'economia sociale nell'Unione europea, di Monzon J. L. e Chaves R., 2017, pag. 69.
(7)    L'importanza dell'economia sociale è sottolineata anche nel piano d'azione della Commissione per l'integrazione e l'inclusione 2021-2027 (COM(2020) 758 final).
(8)       https://sdgs.un.org/goals .
(9)    COM(2020) 493 final.
(10)    COM(2021) 573 final.
(11)      Il concetto di economia sociale gode di scarso o di nessun riconoscimento in almeno 10 paesi dell'UE. Cfr. Comitato economico e sociale europeo, Sviluppi recenti dell'economia sociale nell'Unione europea, di Monzon J. L. e Chaves R., 2017, pag. 35.
(12)    Ad esempio, un' indagine Eurobarometro del marzo 2020 ha evidenziato un'opinione comune secondo la quale uno dei modi più efficaci per affrontare i problemi ambientali è "cambiare i nostri modelli di consumo" e "cambiare il nostro modo di produrre e commercializzare i prodotti".
(13)      COM(2011) 682 final.
(14)      COM(2016) 733 final.
(15)      SWD(2021) 373.
(16)    A partire dall'iniziativa per l'imprenditoria sociale, il termine "impresa sociale" è stato utilizzato in una serie di testi giuridici dell'UE a fini di finanziamento. Per le definizioni, cfr. il regolamento (UE) n. 1296/2013 relativo a un programma dell'Unione europea per l'occupazione e l'innovazione sociale; il regolamento (UE) n. 346/2013 relativo ai fondi europei per l'imprenditoria sociale; il regolamento (UE) 2021/1057 che istituisce il Fondo sociale europeo Plus.
(17)      COM(2011) 682 final.
(18)      Ne è un esempio l'Organizzazione internazionale del lavoro.
(19)      Cfr. Jenkins, Hamish, Ilcheong Yi, Samuel Bruelisauer e Kameni Chaddha, Guidelines for Local Governments on Policies for Social and Solidarity Economy, UNRISD, Ginevra, 2021, cooperazione UE-OCSE sull'imprenditorialità sociale (ad esempio, lo strumento "Better Entrepreneurship Policy" , i documenti programmatici e le revisioni approfondite delle politiche per gli Stati membri), e Commissione europea, Le imprese sociali e i loro ecosistemi in Europa - Sintesi comparativa, di Borzaga C., Galera G., Franchini B., Chiomento S. Nogales R. e Carini C., Lussemburgo, 2020.
(20)      SWD(2021) 373.
(21)      Commissione europea, Le imprese sociali e i loro ecosistemi in Europa - Sintesi comparativa, di Borzaga C., Galera G., Franchini B., Chiomento S. Nogales R. e Carini C., Lussemburgo, 2020, pag. 177.
(22)      Nel 2003 è stata creata una forma giuridica dell'UE per la società cooperativa europea (regolamento (CE) n. 1435/2003), che introduce una forma giuridica europea per aiutare le cooperative che svolgono attività in più di un paese dell'UE. Offre inoltre una base giuridica per altre società che desiderano raggrupparsi. La direttiva 2003/72/CE del Consiglio, che completa lo statuto della società cooperativa europea per quanto riguarda il coinvolgimento dei lavoratori, integra tale regolamento.
(23)      Le aziende rigenerate dai lavoratori possono costituire una soluzione efficace alle crisi societarie e ai problemi di transizione generazionale nelle imprese.
(24)    La Commissione spiegherà ad esempio come possono essere ridotti gli oneri amministrativi per le società assicuratrici mutualistiche grazie al quadro rafforzato sulla proporzionalità proposto nell'ambito della revisione della direttiva solvibilità II (COM(2021)581).
(25)    Relazione della commissione giuridica basata sull'articolo 225 TFUE (procedura di iniziativa legislativa), riferimento 2020/2026(INL) – relazione Lagodinsky.
(26)

     Le organizzazioni di pubblica utilità godono di uno status che consente loro di ricevere donazioni soggette a incentivi fiscali da privati e società oppure di ricevere sgravi fiscali direttamente in relazione alle loro attività. Per ottenere tale status devono soddisfare una serie di requisiti che possono essere suddivisi in tre grandi categorie: requisiti che ne definiscono la natura senza scopo di lucro, requisiti riguardanti la validità dei fini perseguiti e requisiti di utilità pubblica (vale a dire che le organizzazioni di pubblica utilità apportano benefici a una sezione di pubblico sufficientemente ampia e inclusiva). Cfr. OCSE, Taxation and Philanthropy, OECD Tax Policy Studies, n. 27, Parigi, 2020.

(27)      Confermato dalle seguenti sentenze della Corte di giustizia europea: sentenza del 14 settembre 2006, Centro di Musicologia Walter Stauffer, C-386/04; sentenza del 27 gennaio 2009, Persche, C-318/07; sentenza del 10 febbraio 2011, Missionswerk, C-25/10.
(28)

     Sentenza del 14 settembre 2006, Centro di Musicologia Walter Stauffer, C-386/04; sentenza del 27 gennaio 2009, Persche, C-318/07; sentenza del 10 febbraio 2011, Missionswerk, C-25/10.

(29)

     Il processo con cui le autorità fiscali nazionali affrontano il riconoscimento dell'equivalenza di un'organizzazione di pubblica utilità con sede in altri Stati membri dell'UE.

(30)      Cfr. Commissione europea, Le imprese sociali e i loro ecosistemi in Europa - Sintesi comparativa, di Borzaga C., Galera G., Franchini B., Chiomento S. Nogales R. e Carini C., Lussemburgo, 2020.
(31)      Ad esempio, lo status di impresa solidale di utilità sociale (ESUS) in Francia e lo status di "impresa sociale" introdotto da Bulgaria, Italia, Romania e Slovacchia.
(32)       https://ec.europa.eu/info/policies/public-procurement/tools-public-buyers/social-procurement_it .
(33)      In particolare, decisione 2012/21/UE della Commissione, del 20 dicembre 2011, riguardante l'applicazione delle disposizioni dell'articolo 106, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea agli aiuti di Stato sotto forma di compensazione degli obblighi di servizio pubblico, concessi a determinate imprese incaricate della gestione di servizi di interesse economico generale.
(34)      Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato.
(35)    Cfr. COM(2017) 572 final, pag. 3.
(36)      Varga E., How Public Procurement Can Spur the Social Economy, Stanford Social Innovation Review , 2021.
(37)      Direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE.
(38)     https://ec.europa.eu/docsroom/documents/45767?locale=it .
(39)    COM(2021) 345 final.
(40)      OECD, Regional Strategies for the Social Economy: Examples from France, Spain, Sweden and Poland, Parigi, 2020.
(41)      Cfr. https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal/finance-and-green-deal/just-transition-mechanism/just-transition-platform_it .
(42)      Cfr. https://ec.europa.eu/growth/sectors/social-economy-eu_en .
(43)      Cfr. https://s3platform.jrc.ec.europa.eu/social-economy .
(44)      I cluster di innovazione sociale ed ecologica riuniscono soggetti dell'economia sociale, enti locali e istituti di istruzione e ricerca in strutture o progetti gestiti in modo congiunto. Cooperano in una determinata area geografica per migliorare la prosperità economica, sociale e ambientale a livello locale. Sono attivi in ambiti diversi, che spaziano dall'economia circolare all'occupazione, dall'inclusione nel lavoro all'agricoltura sostenibile o dall'incubazione al sostegno imprenditoriale a livello sociale. Cfr.  https://ec.europa.eu/growth/industry/policy/cluster_en .
(45)       https://www.coops4dev.coop/en .
(46)      Ad esempio il progetto MedUP! e il progetto Safir nel Mediterraneo meridionale.
(47)      Ad esempio documenti programmatici su temi relativi all'economia sociale, guide internazionali in materia di forme giuridiche e misurazione dell'impatto sociale, nonché lo strumento di valutazione "Better entrepreneurship" per l'elaborazione delle politiche; cfr. https://www.oecd.org/cfe/leed/social-economy/social-entrepreneurship.htm . L'ILO ha pubblicato una guida informativa riguardante la raccomandazione n. 193 dell'ILO sulla promozione delle cooperative e dedicherà l'edizione 2022 della Conferenza Internazionale del lavoro all'economia sociale e solidale per un futuro del lavoro imperniato sulla persona.
(48)      Cfr. ad esempio: https://www.leagueofintrapreneurs.com/ . 
(49)      I soggetti dell'economia sociale sono per la maggior parte PMI.
(50)      SWD (2021) 373, sezione 5. 
(51)       https://een.ec.europa.eu/ .
(52)       https://clustercollaboration.eu .
(53)     https://www.fi-compass.eu/ .
(54)     https://betterincubation.eu/ .
(55)    OCSE, Women's Social Entrepreneurship and Innovation, di Huysentruyt M., Parigi, 2014.
(56)    https://www.eib.org/en/publications/why-are-women-entrepreneurs-missing-out-on-funding-executive-summary.
(57)     https://www.erasmus-entrepreneurs.eu/ .
(58)     https://ec.europa.eu/education/education-in-the-eu/european-education-area/european-universities-initiative_it .
(59)    Questa stima rispecchia unicamente il sostegno dedicato all'economia sociale. Altre misure generali dell'UE (ad esempio il sostegno alle PMI o all'innovazione) hanno apportato benefici all'economia sociale, ma non sono comprese in questi importi.
(60)    Nel quadro del programma EaSI per il periodo 2014-2020 è stato varato un pacchetto completo di misure volte a consentire l'accesso ai finanziamenti per le imprese sociali. Il sostegno comprendeva garanzie sui prestiti, investimenti azionari per lo sviluppo delle capacità degli intermediari finanziari, sovvenzioni per la creazione di mercati finanziari sociali e per la riduzione dei costi di transazione degli investimenti, nonché servizi di consulenza.
(61)    Regolamento (UE) n. 346/2013 relativo ai fondi europei per l'imprenditoria sociale.
(62)    Commissione europea, Mercato dei finanziamenti alle imprese sociali: analisi e opzioni realizzative raccomandate, di Spiess-Knafl W. e Scheck B, Lussemburgo, 2019.
(63)    Commissione europea, Microfinanza nell'Unione europea: analisi del mercato e opzioni realizzative raccomandate per il periodo 2021-2027, Lussemburgo, 2020.
(64)    Oltre ai prodotti finanziari elencati nella presente azione, la Commissione valuterà periodicamente le carenze del mercato e le situazioni di investimento non ottimali che i soggetti dell'economia sociale si trovano ad affrontare, sia in termini di debito che di capitale proprio, per poi effettuare, ove necessario, verifiche di mercato e, ove i risultati di queste ultime siano convincenti, sviluppare prodotti finanziari pilota innovativi.
(65)    Gli intermediari finanziari ammissibili sono elencati nella sezione 6.4.2.1 del regolamento delegato (UE) 2021/1078 della Commissione, del 14 aprile 2021, che stabilisce gli orientamenti sugli investimenti per il Fondo InvestEU.
(66)    COM(2020) 784 final.
(67)    COM(2021) 550 final.
(68)     COM(2020) 788 final.
(69)    COM(2021) 118 final.
(70)      Calderini M., Chiodo V., Gerli F., Pasi G., Social-Tech Entrepreneurs: Building Blocks of a New Social Economy, Stanford Social Innovation Review, 2021.
(71)    Cfr. SWD(2021) 982.
(72)    COM(2020) 98 final; documento programmatico dell'OCSE Supporting the social economy's contribution to the circular economy for a green and inclusive transition (pubblicazione prevista all'inizio del 2022). 
(73)    Commissione europea, Stimolare gli investimenti nelle infrastrutture sociali in Europa. Relazione della task force ad alto livello sugli investimenti nelle infrastrutture sociali in Europa, di L. Fransen, G. del Bufalo e. Reviglio, Lussemburgo, 2018.
(74)     https://ec.europa.eu/growth/sectors/social-economy-eu/affordable-housing-initiative_en .
(75)    https://eusic.challenges.org/the-european-social-innovators-insight-report/ 2021.
(76)    Per alcuni esempi cfr. Commissione europea, Innovazione sociale: prassi da cui trarre ispirazione per sostenere le persone nel corso della vita, Lussemburgo, 2020.
(77)       https://eiah.eib.org/about/initiative-social-outcomes-contracting .
(78)       https://ec.europa.eu/european-social-fund-plus/it/innovazione-sociale-e-cooperazione-transnazionale .
(79)     https://ec.europa.eu/info/research-and-innovation/funding/funding-opportunities/funding-programmes-and-open-calls/horizon-europe/missions-horizon-europe_it .
(80)    Fra gli esempi figurano un marchio relativo ai fondi europei per l'imprenditoria sociale (regolamento (UE) n. 346/2013), lo studio globale realizzato dalla Commissione europea nel 2020 per mappare le imprese sociali e i loro ecosistemi in Europa, nonché il concorso europeo per l'innovazione sociale ( https://eusic.challenges.org/ ).
(81)    Commissione europea, Impatto dell'iniziativa per l'imprenditoria sociale della Commissione e delle relative azioni di follow-up, di Haarich, S., Holstein, F., Spule, S., Galera, G., Franchini, B., Borzaga, C., Chiomento, S. Spiess-Knafl, W., Scheck, B., Salvatori, G., Lussemburgo, 2020.
(82)    Cfr., ad esempio, Comitato economico e sociale europeo, Sviluppi recenti dell'economia sociale nell'Unione europea, di Monzon J. L. e Chaves R., 2017 e Commissione europea, Le imprese sociali e i loro ecosistemi in Europa - Sintesi comparativa, di Borzaga C., Galera G., Franchini B., Chiomento S., Nogales R. e Carini C., Lussemburgo, 2020.
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