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Archive:Statistiche di finanza pubblica


Dati: 22 aprile 2020.

Prossimo aggiornamento della scheda: luglio 2021.

La versione inglese di questa scheda è stata aggiornata più di recente.


This Statistics Explained article has been archived on 7 December 2020.


Highlights


Il rapporto tra disavanzo pubblico e PIL dell'UE-27 è aumentato da -0,4 % nel 2018 a -0,6 % nel 2019, il 2018 ha registrato il disavanzo più basso nelle serie storiche disponibili.

Nell'UE-27 il rapporto tra debito pubblico e PIL è sceso dal 79,6 % alla fine del 2018 al 77,8 % alla fine del 2019.

Alla fine del 2019, il rapporto tra debito pubblico e PIL era compreso tra l'8,4 % dell'Estonia e il 176,6 % della Grecia.

Debito pubblico, 2018 e 2019
(debito lordo consolidato delle amministrazioni pubbliche, % del PIL)
Fonte: Eurostat (gov_10dd_edpt1)

La presente scheda analizza l'evoluzione delle statistiche di finanza pubblica nell'Unione europea (UE) e nella zona euro (ZE-19). In particolare sono presi in considerazione il disavanzo pubblico delle amministrazioni pubbliche, il debito lordo delle amministrazioni pubbliche, le entrate pubbliche totali e la spesa totale, nonché le imposte e i contributi sociali, che costituiscono le principali fonti delle entrate delle amministrazioni pubbliche.

Full article


Introduzione

Le statistiche di finanza pubblica contengono indicatori fondamentali che permettono di verificare lo stato di salute dell'economia degli Stati membri dell'UE. In virtù del patto di stabilità e di crescita (PSC) dell'UE, gli Stati membri si sono impegnati a contenere il proprio disavanzo e il debito pubblico entro determinati limiti: il disavanzo di uno Stato membro non può superare il 3 % del suo prodotto interno lordo (PIL), mentre il suo debito non può eccedere il 60 % del PIL. Se uno Stato membro non rispetta tali limiti, viene avviata la cosiddetta procedura per i disavanzi eccessivi (PDE). Questa comprende diversi stadi – inclusa la possibile irrogazione di sanzioni – nell'intento di incoraggiare lo Stato membro in questione ad adottare iniziative appropriate per correggere la situazione. I medesimi limiti in materia di disavanzo e debito pubblico costituiscono criteri per l'adesione all'Unione economica e monetaria (UEM) e quindi all'euro. Inoltre, l'ultima revisione degli orientamenti integrati in materia economica e di occupazione (riveduti nell'ambito della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva) comprende linee guida volte a garantire la qualità e la sostenibilità delle finanze pubbliche.

Nel 2019 il disavanzo pubblico (indebitamento del settore delle amministrazioni pubbliche consolidato, in rapporto al PIL) è aumentato rispetto al 2018 sia nell'UE-27 sia nella zona euro (ZE-19). In entrambe le zone è stato invece osservato un calo del debito pubblico rispetto al PIL.

Avanzo/disavanzo pubblico

Il rapporto tra disavanzo pubblico e PIL è aumentato da -0,4 % nel 2018 a -0,6 % nel 2019 nell'UE-27, ed è aumentato anche nella zona euro (ZE-19) da -0,5 % a -0,6 %. Nel 2018 l'UE-27 e la zona euro hanno registrato i disavanzi più bassi nelle serie storiche disponibili.

Sedici Stati membri dell'UE-27, ossia Danimarca (+3,7 %), Lussemburgo (+2,2 %), Bulgaria (+2,1 %), Cipro e Paesi Bassi (entrambe +1,7 %), Grecia (+1,5 %), Germania (+1,4 %), Austria (+0,7 %), Slovenia, Malta e Svezia (tutte +0,5 %), Croazia e Irlanda (entrambe +0,4 %), Cechia e Lituania (entrambe +0,3 %) e Portogallo (+0,2 %), hanno registrato eccedenze nel 2019.

Nove Stati membri dell'UE-27, ovvero Lettonia, Estonia, Polonia, Finlandia, Slovacchia, Italia, Belgio, Ungheria e Spagna, hanno registrato nel 2019 disavanzi inferiori al 3,0 % del PIL. Due Stati membri dell'UE-27 hanno registrato disavanzi superiori o pari al 3,0 % del PIL: Francia (-3,0 %) e Romania (-4,3 %) (cfr. grafico 1).

Grafico 1 - Saldo di bilancio, 2018 e 2019
(accreditamento netto/indebitamento netto del settore delle amministrazioni pubbliche, % del PIL)
Fonte: Eurostat (gov_10dd_edpt1)


Il saldo di bilancio delle amministrazioni pubbliche (in rapporto al PIL) è migliorato nel 2019 rispetto al 2018 in 13 Stati membri dell'UE-27, come pure nel Regno Unito, con i principali miglioramenti (di almeno 1 punto percentuale rispetto al PIL) registrati a Cipro (+5,4 punti percentuali del PIL) e in Danimarca (+2,9 punti percentuali del PIL). I miglioramenti registrati a Cipro nel 2019 sono principalmente dovuti al confronto con il 2018, quando la ristrutturazione che aveva riguardato la Cyprus Cooperative Bank Ltd, vale a dire la vendita delle sue attività sane e la conseguente integrazione dei restanti interventi pubblici di dismissione, ebbe un impatto sui conti della pubblica amministrazione.

Cipro e Portogallo sono passati da un disavanzo nel 2018 a un'eccedenza nel 2019, mentre nessuno Stato membro è passato da un pareggio a un'eccedenza. Bulgaria, Danimarca, Irlanda, Grecia, Croazia, Paesi Bassi e Austria hanno fatto registrare nel 2019 un'eccedenza superiore a quella del 2018.

Nessuno Stato membro è passato da un'eccedenza di bilancio a un disavanzo. Belgio, Spagna, Francia, Polonia, Romania, Slovacchia e Finlandia hanno registrato un disavanzo più elevato nel 2019 rispetto al 2018. Nessuno Stato membro ha registrato lo stesso disavanzo nel 2019 e nel 2018, mentre l'Estonia, l'Italia, la Lettonia e l'Ungheria hanno registrato un disavanzo inferiore nel 2019 rispetto al 2018.

Tavola 1 - Saldo di bilancio e debito pubblico, 2016-2019
(% del PIL)
Fonte: Eurostat (gov_10dd_edpt1)


Debito pubblico

Nell'UE-27 il rapporto tra debito pubblico e PIL è sceso dal 79,6 % alla fine del 2018 al 77,8 % alla fine del 2019, mentre nella ZE-19 è sceso dall'85,8 % all'84,1 % (cfr. grafico 2).

In totale 11 Stati membri dell'UE-27 hanno registrato un rapporto debito/PIL superiore al 60 % alla fine del 2019. Il valore più elevato è stato rilevato per la Grecia (176,6 %), seguita da Italia (134,8 %), Portogallo (117,7 %), Belgio (98,6 %), Francia (98,1 %), Cipro e Spagna (entrambi 95,5 %).

I rapporti più bassi tra debito pubblico e PIL sono stati registrati in Estonia (8,4 %), Bulgaria (20,4 %), Lussemburgo (22,1 %), Cechia (30,8 %), Danimarca (33,2 %), Svezia (35,1 %) e Romania (35,2 %).

Grafico 2 - Debito pubblico, 2018 e 2019
(debito lordo consolidato delle amministrazioni pubbliche, % del PIL)
Fonte: Eurostat (gov_10dd_edpt1)


Alla fine del 2019 il rapporto tra debito pubblico e PIL è aumentato rispetto alla fine del 2018 in quattro Stati membri dell'UE-27, mentre è diminuito in 21 Stati membri, in particolare a Cipro (-5,1 punti percentuali del PIL), in Irlanda (-4,8 punti percentuali), in Grecia (-4,6 punti percentuali), in Slovenia e Portogallo (-4,3 punti percentuali) e in Ungheria (-3,9 punti percentuali).

Il rapporto debito pubblico/PIL in Italia e in Francia è rimasto invariato tra il 2018 e il 2019.

Tra la fine del 2018 e la fine del 2019 si sono osservati incrementi del rapporto debito pubblico/PIL in Lituania (2,4 punti percentuali), in Lussemburgo (1,1 punti percentuali), in Romania (0,5 punti percentuali) e in Estonia (0,1 punti percentuali).

Entrate e spese pubbliche

L'incidenza del settore delle amministrazioni pubbliche sull'economia può essere misurata in termini di entrate e spese totali delle amministrazioni pubbliche in percentuale rispetto al PIL. Nell'UE-27 il totale delle entrate pubbliche ammontava nel 2019 al 46,2 % del PIL (stazionario rispetto al 2018), mentre la spesa era pari al 46,7 % del PIL (in aumento rispetto al 46,6 % nel 2018). Nella ZE-19 il totale delle spese delle amministrazioni pubbliche ammontava al 47,1 % del PIL nel 2019 (in aumento rispetto al 47,0 % nel 2018) e il totale delle entrate era pari al 46,5 % del PIL (come nel 2018) (cfr. grafico 3).

Grafico 3 - Andamento del totale delle spese e del totale delle entrate, 2009-2019
(% del PIL)
Fonte: Eurostat (gov_10a_main)


La spesa complessiva in percentuale rispetto al PIL ha raggiunto nel 2009 il 50,6 % del PIL nell'UE-27 e il 50,9 % del PIL nella ZE-19. Il totale delle spese in percentuale rispetto al PIL è successivamente diminuito in entrambe le zone tra il 2010 e il 2011, è aumentato nel 2012 ed è diminuito fino al 2018 per poi aumentare leggermente nel 2019.

In termini assoluti, il totale delle spese delle amministrazioni pubbliche è cresciuto a un ritmo più lento rispetto al totale delle entrate nel periodo tra il 2011 e il 2018 sia nell'UE-27 sia nella ZE-19, il che ha portato a un decremento del disavanzo. Tuttavia nel 2019 le spese sono cresciute a un ritmo più rapido rispetto alle entrate sia nell'UE-27 sia nella ZE-19, con conseguente aumento del disavanzo.

Grafico 4 - Andamento del totale delle spese e del totale delle entrate, 2009-2019
(miliardi di EUR)
Fonte: Eurostat (gov_10a_main)


Tra il 2009 e il 2019 nell'UE-27 la spesa delle amministrazioni pubbliche ha registrato un aumento complessivo di 1 148 miliardi di EUR, a fronte di un aumento delle entrate delle amministrazioni pubbliche nell'UE-27 di 1 709 miliardi di EUR nello stesso periodo. Tuttavia tra il 2018 e il 2019 la spesa pubblica è aumentata di 217 miliardi di EUR, mentre le entrate pubbliche sono aumentate di 195 miliardi di EUR. Dal 2009 al 2019 la spesa delle amministrazioni pubbliche della ZE-19 ha registrato un aumento di 889 miliardi di EUR, mentre le entrate sono aumentate di 1 389 miliardi di EUR. Tra il 2018 e il 2019 la spesa pubblica è aumentata di 179 miliardi di EUR, mentre le entrate pubbliche sono aumentate di 155 miliardi di EUR (cfr. grafico 4).

Il livello delle spese e delle entrate delle amministrazioni pubbliche varia notevolmente da uno Stato membro dell'UE-27 all'altro (cfr. grafico 5). Nel 2019 gli Stati membri con i più elevati livelli di entrate e spese pubbliche combinate in rapporto al PIL (superiori al 100 %) erano Francia, Finlandia, Danimarca e Belgio. Anche la Norvegia ha registrato un rapporto superiore al 100 %. Nel 2019 per sette Stati membri dell'UE-27, cioè Irlanda, Romania, Lituania, Bulgaria, Malta, Lettonia ed Estonia, come anche per il Regno Unito, si osservavano rapporti combinati relativamente bassi (inferiori all'80 % del PIL).

Grafico 5 - Entrate e spese pubbliche, 2019
(% del PIL)
Fonte: Eurostat (gov_10a_main)


Nell'UE-27 le entrate pubbliche sono costituite principalmente da imposte e contributi sociali netti (cfr. grafico 6). Nel 2019 le imposte rappresentavano il 58,1 % del totale delle entrate nell'UE-27 e il 56,8 % nella ZE-19, mentre i contributi sociali netti rappresentavano il 30,8 % del totale delle entrate nell'UE-27 e il 32,4 % nella ZE-19. La produzione di beni e servizi destinabili alla vendita, la produzione di beni e servizi per proprio uso finale e i pagamenti per la produzione di beni e servizi non destinabili alla vendita ("vendite/commissioni" e investimenti fissi per uso proprio) costituivano il 7,0 % del totale delle entrate nell'UE-27 e il 7,1 % nella ZE-19. I redditi da capitale (per lo più interessi, dividendi e affitti) rappresentavano l'1,7 % del totale delle entrate sia nell'UE-27 che nella ZE-19.

Grafico 6 - Struttura delle entrate, 2019
(% sul totale delle entrate)
Fonte: Eurostat (gov_10a_main)


L'analisi a livello di ciascuno Stato membro dell'UE-27 rivela che l'incidenza relativa delle diverse tipologie di entrate varia notevolmente da un paese all'altro. Ad esempio, le imposte rappresentavano nel 2019 meno del 50 % delle entrate pubbliche in Slovacchia, Romania, Cechia e Slovenia, ma l'87,8 % delle entrate pubbliche totali in Danimarca e l'80,5 % in Svezia.

Nel 2019 i contributi sociali netti hanno rappresentato la quota più elevata del totale delle entrate in Cechia (37,6 %), seguita da Germania (37,2 %), Slovacchia (36,7 %) e Slovenia (36,4 %), mentre le quote più basse sul totale delle entrate si sono registrate in Danimarca (1,5 %), Svezia (6,9 % del PIL) e Islanda (8,1 % del PIL).

La percentuale più elevata di redditi da capitale si è osservata per la Norvegia (22,2 %) (cfr. grafico 7).

Grafico 7 - Principali componenti delle entrate pubbliche, 2019
(% sul totale delle entrate)
Fonte: Eurostat (gov_10a_main)


La quota più elevata della spesa pubblica nell'UE-27 nel 2019 riguardava la ridistribuzione del reddito sotto forma di trasferimenti sociali in denaro o in natura (cfr. grafici 8 e 9).

Grafico 8 - Struttura della spesa pubblica, 2019
(% sul totale delle spese)
Fonte: Eurostat (gov_10a_main)


I trasferimenti sociali (prestazioni sociali e trasferimenti sociali in natura - acquisti di beni e servizi destinabili alla vendita) rappresentavano il 46,1 % della spesa totale nell'UE-27 e il 47,8 % nella ZE-19. I redditi da lavoro dipendente rappresentavano il 21,7 % della spesa pubblica nell'UE-27 e il 21,0 % nella ZE-19. I consumi intermedi rappresentavano l'11,9 % della spesa totale nell'UE-27 e l'11,3 % della spesa totale nella ZE-19. I redditi da capitale versati – la maggior parte dei quali è costituita da interessi passivi – rappresentavano il 3,3 % della spesa pubblica nell'UE-27 e il 3,5 % nella ZE-19. La formazione lorda di capitale fisso (principalmente investimenti) rappresentava il 6,4 % del totale della spesa nell'EU-27 e il 5,9 % nella ZE-19.

Grafico 9 - Principali componenti della spesa pubblica, 2019
(% sul totale delle spese)
Fonte: Eurostat (gov_10a_main)


Le principali tipologie di entrate delle amministrazioni pubbliche sono le imposte sulla produzione e sulle importazioni, le imposte correnti sul reddito, sul patrimonio, ecc. e i contributi sociali netti. Nel 2019 per l'UE-27 le imposte sulla produzione e sulle importazioni equivalevano al 13,5 % del PIL, le imposte correnti sul reddito, sul patrimonio ecc. al 13,0 % del PIL e i contributi sociali netti al 14,2 % del PIL. In rapporto al PIL, nell'UE-27 il gettito delle imposte sulla produzione e sulle importazioni è aumentato nel periodo tra il 2009 e il 2014, con un incremento di 0,9 punti percentuali della sua quota rispetto al PIL (cfr. grafico 10). Tra il 2014 e il 2019 le imposte sulla produzione e sulle importazioni sono rimaste stabili in rapporto al PIL. Le imposte correnti sul reddito, sul patrimonio, ecc. hanno raggiunto — in rapporto al PIL— il minimo dell'11,7 % del PIL nel 2010, per poi salire al 13,0 % del PIL nel 2019. I contributi sociali netti sono rimasti relativamente stabili in rapporto al PIL, con variazioni dal 14,1 % al 14,4 % tra il 2009 e il 2019.

Grafico 10 - Principali tipologie di imposte e di contributi sociali, UE-27, 2009-2019
(% del PIL)
Fonte: Eurostat (gov_10a_main)


La struttura delle entrate fiscali dei diversi Stati membri dell'UE-27 si presentava notevolmente eterogenea nel 2019 (cfr. grafico 11). Come prevedibile, gli Stati membri che registravano livelli di spesa relativamente elevati erano tendenzialmente gli stessi che presentavano il maggiore gettito tributario (in rapporto al PIL). Ad esempio, nel 2019 il rapporto più elevato tra il gettito derivante dalle principali categorie di imposte e contributi sociali e il PIL era pari al 47,3 % del PIL registrato in Danimarca, cui fa seguito il 46,7 % rilevato in Francia. La quota del PIL rappresentata da tali entrate era inferiore al 30 % in due Stati membri (Irlanda e Romania).

Grafico 11 - Principali tipologie di imposte e di contributi sociali, 2019
(% del PIL)
Fonte: Eurostat (gov_10a_main)


Fonte dei dati per le tavole e i grafici

Fonti dei dati

A norma della procedura per i disavanzi eccessivi, gli Stati membri dell'UE sono tenuti a trasmettere alla Commissione europea le statistiche relative al disavanzo e al debito pubblico entro il 1° aprile e il 1° ottobre di ogni anno. Inoltre Eurostat rileva dati di finanza pubblica più dettagliati nel quadro del programma di trasmissione del SEC (in inglese), il che comporta la presentazione di dati di contabilità nazionale. I principali aggregati rilevati per le amministrazioni pubbliche sono trasmessi a Eurostat due volte l'anno, mentre le statistiche sulle funzioni delle amministrazioni pubbliche (COFOG) e i dati dettagliati sulle entrate da imposte e contributi sociali vanno trasmessi rispettivamente entro un anno dalla fine del periodo di riferimento ed entro nove mesi dalla fine del periodo di riferimento. I conti trimestrali finanziari e non finanziari e i dati trimestrali del debito lordo delle amministrazioni pubbliche sono trasmessi quattro volte l'anno.

I dati illustrati nella presente scheda si riferiscono ad alcuni dei principali indicatori del settore delle amministrazioni pubbliche, elaborati in base al Sistema europeo dei conti nazionali (SEC 2010).

La differenza tra il totale delle entrate e il totale delle spese, comprese le spese in conto capitale (in particolare gli investimenti fissi lordi), è pari all'accreditamento/indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, che costituisce altresì uno dei saldi contabili dei conti non finanziari dello stesso settore.

Definizione delle amministrazioni pubbliche

Il settore delle amministrazioni pubbliche è costituito dalle unità istituzionali che agiscono da produttori di beni e servizi non destinabili alla vendita, la cui produzione è destinata a consumi collettivi e individuali e che sono finanziate da versamenti obbligatori effettuati da unità appartenenti ad altri settori, nonché dalle unità istituzionali la cui funzione principale consiste nella ridistribuzione del reddito e della ricchezza del paese (SEC 2010, paragrafo 2.111). Il settore delle amministrazioni pubbliche è suddiviso in quattro sottosettori: amministrazioni centrali, amministrazioni di Stati federati (se del caso), amministrazioni locali, enti di previdenza e assistenza sociale (se previsti).

Definizione dei principali indicatori

Il saldo di bilancio è definito come l'accreditamento/indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche comunicato ai fini della procedura per i disavanzi eccessivi ed è espresso con riferimento al PIL. A norma del protocollo sulla procedura per i disavanzi eccessivi, per debito pubblico si intendono le passività lorde in biglietti, monete e depositi, titoli di credito e prestiti del settore della pubblica amministrazione in essere alla fine dell'esercizio, misurate al valore nominale e consolidate.

Le principali entrate delle amministrazioni pubbliche sono costituite da imposte, contributi sociali, cessioni e redditi da capitale. Nel SEC 2010 sono definite con riferimento a una serie di rubriche: produzione di beni e servizi destinabili alla vendita, produzione di beni e servizi per proprio uso finale, pagamenti per la produzione di beni e servizi non destinabili alla vendita, imposte sulla produzione e sulle importazioni, altri contributi alla produzione, redditi da capitale, imposte correnti sul reddito, sul patrimonio ecc., contributi sociali netti, altri trasferimenti correnti e trasferimenti in conto capitale.

Le principali voci di spesa sono costituite da retribuzioni dei dipendenti (pubblici), prestazioni sociali (prestazioni sociali e trasferimenti sociali in natura di beni e servizi destinabili alla vendita acquistati dalle amministrazioni pubbliche), interessi sul debito pubblico, contributi e investimenti fissi lordi. La spesa complessiva delle amministrazioni pubbliche è definita nel SEC 2010 con riferimento a una serie di rubriche: consumi intermedi, investimenti lordi, redditi da lavoro dipendente, altre imposte sulla produzione, contributi, redditi da capitale, imposte correnti sul reddito, sul patrimonio ecc., prestazioni sociali diverse dai trasferimenti sociali in natura, trasferimenti sociali in natura - acquisti di beni e servizi non destinabili alla vendita, altri trasferimenti correnti, rettifiche per variazione dei diritti pensionistici, trasferimenti in conto capitale e operazioni in attività non prodotte.

I dati delle amministrazioni pubbliche comunicati per i principali aggregati delle amministrazioni pubbliche nel quadro del SEC 2010 devono essere consolidati per alcune operazioni di contabilità nazionale, il che significa che determinate operazioni tra unità istituzionali in seno al settore delle amministrazioni pubbliche — redditi da capitale, altri trasferimenti correnti e trasferimenti in conto capitale – sono eliminate o compensate. Per queste operazioni i dati dei sottosettori devono essere consolidati all'interno di ciascun sottosettore, ma non tra sottosettori. I dati a livello di settore devono pertanto coincidere con la somma dei dati dei sottosettori, fatta eccezione per le voci "redditi da capitale", "altri trasferimenti correnti" e "trasferimenti in conto capitale", che sono consolidate. Per queste ultime voci e di conseguenza per il totale delle entrate e per il totale delle spese, la somma dei sottosettori dovrebbe essere superiore al valore del settore.

Le imposte e i contributi sociali corrispondono ai prelievi operati (in denaro o in natura) dalle amministrazioni centrali, locali e di Stati federati e dagli enti di previdenza e assistenza sociale. Tali prelievi (generalmente designati come imposte) ricadono in tre grandi gruppi come segue:

  • imposte sul reddito, sul patrimonio ecc., compresi tutti i pagamenti obbligatori unilaterali riscossi periodicamente dalle amministrazioni pubbliche sul reddito e sul patrimonio delle imprese e delle famiglie;
  • imposte sulla produzione e sulle importazioni, compresi tutti i prelievi obbligatori unilaterali operati dalle amministrazioni pubbliche sulla produzione e sulle importazioni di beni e servizi, sull'utilizzazione del lavoro, sulla proprietà o sull'utilizzo di terreni, fabbricati o altri beni impiegati nell'attività di produzione;
  • contributi sociali netti, inclusi tutti i contributi sociali effettivi a carico dei datori di lavoro e a carico dei lavoratori, i contributi sociali figurativi che rappresentano la contropartita di prestazioni sociali erogate direttamente dai datori di lavoro, nonché due voci figurative aggiuntive (contributi sociali supplementari a carico delle famiglie e compenso del servizio dei sistemi di assicurazione sociale).

Contesto

La crisi economica e finanziaria mondiale del 2007-2008 ha messo in gravi difficoltà molti governi europei. I principali problemi erano legati alla capacità delle amministrazioni nazionali di assicurare il servizio del proprio debito e di adottare le misure necessarie per riportare sotto controllo la spesa pubblica, pur cercando di promuovere nel contempo la crescita economica.

La disciplina prevista dal patto di stabilità e di crescita è intesa ad assicurare una sostanziale sincronizzazione dello sviluppo economico nell'UE e, in particolare, nei paesi della zona euro. Inoltre il patto è diretto a impedire che gli Stati membri UE adottino misure che possano procurare un indebito vantaggio alla loro economia a scapito delle altre. Due sono i principi fondamentali del patto: un disavanzo (previsto o effettivo) non superiore al 3 % del PIL e un rapporto debito/PIL non superiore al 60 %. Il patto è stato notevolmente rafforzato nel 2011, così come la governance economica dell'UE in generale.

Ogni anno gli Stati membri UE trasmettono alla Commissione europea informazioni dettagliate sulle proprie politiche economiche e sullo stato delle finanze pubbliche. I paesi della zona euro forniscono tali informazioni nel contesto dei programmi di stabilità, mentre gli altri Stati membri vi provvedono sotto forma di programmi di convergenza. La Commissione europea valuta se le politiche sono in linea con gli obiettivi economici, sociali e ambientali concordati e può decidere di emanare un avvertimento se ritiene che un disavanzo stia diventando eccessivamente elevato. Tale decisione può determinare la constatazione da parte del Consiglio dell'esistenza di un disavanzo eccessivo, con la fissazione di un termine per la sua correzione.

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